Un libro ricorda Angelo Narducci, ex direttore di Avvenire, nel 25.mo della scomparsa
"Angelo Narducci e ‘Avvenire’. Storia di un giornalista, poeta, politico con l’ansia
di essere cristiano": questo il titolo del libro dedicato all'ex direttore del quotidiano
cattolico nel 25.mo anniversario della sua scomparsa. Narducci diresse Avvenire dal
1969 al 1970. Il volume, edito da Aracne editrice, è stato presentato in questi giorni
nella Sala Marconi della nostra emittente. C’era per noi Eugenio Bonanata:
Uno studio
sistematico della vita di un esponente di spicco della stampa cattolica italiana negli
anni settanta. Angelo Narducci ha diretto ‘Avvenire’ in anni difficili per l’Italia,
segnati, fra l’altro, dalle stragi terroristiche. Sullo sfondo il rapporto fra la
stampa cattolica e i lettori italiani. Ma quale fu il ruolo di Avvenire in quegli
anni? Sentiamo don Giuseppe Merola, sacerdote dell’Arcidiocesi
di Capua, autore del libro: “Come si sforzava di fare anche
Narducci, era quello di essere da collante per creare unità tra i cattolici. Non dimentichiamo
che quelli sono gli anni in cui viene approvata la legge a favore prima del divorzio
e poi dell’aborto. Quindi Narducci e la stampa cattolica si sono impegnati, in quegli
anni, soprattutto a ricompattare un’unità della Chiesa di fronte a questa modernità
prorompente”. Ci si interroga sul ruolo ricoperto attualmente
dalla stampa cattolica. Alla presentazione c’era fra gli altri il direttore di Avvenire,
Marco Tarquinio:
“Credo che
oggi come allora ci sia il problema di dire una parola di chiarezza sulle grandi questioni
che riguardano la vita degli italiani e non solo degli italiani, ma dei cittadini
del mondo. Come cattolici siamo interessati a una società che non è restringibile
all’orto di casa. C’è un lascito importante che è nella storia di Avvenire, che è
quello di mettere la persona al centro della nostra attenzione informativa. Questo
è un compito tanto più grande in una fase storica come quella attuale nella quale
c’è una perdita di senso, del perché si fa informazione responsabile, calibrata sulla
realtà dei fatti e non sulle ideologie”. Vita e famiglia. L’uomo,
dunque, resta sempre al centro delle preoccupazioni del quotidiano dei cattolici,
che, per il futuro, mira a radicare ancora di più la sua presenza sul territorio.
Ma cosa dire in relazione al contesto politico attuale? Ancora Marco Tarquinio:
“Possiamo
dire tutto tranne che in Italia non ci sia un gran numero di personaggi politici che
godono anche di una buona capacità di proporsi come immagine. Quello che lamentiamo
tutti credo sia la scarsità di coerenza, rispetto ad alcuni impegni programmati a
parole in un’azione politica concreta. C’è bisogno di una coerenza tra la dimensione
pubblica e privata, tra le enunciazioni di principio e le politiche concretamente
attuate che credo non siano dovute a un principio astratto ma alle attese della gente
concreta di questo Paese”.