Somalia: allarme di Medici Senza Frontiere per gli scontri che coinvolgono donne e
bambini
Intensi scontri e bombardamenti indiscriminati stanno nuovamente colpendo Mogadiscio.
Ne dà notizia oggi l’organizzazione umanitaria “Medici Senza Frontiere”, che nel suo
ospedale nel quartiere di Daynile, fra il 29 gennaio e il 2 febbraio ha ricoverato
89 persone con ferite d'arma da fuoco. Ben 66 di loro donne e bambini. “Il numero
delle donne e dei bambini feriti che abbiamo curato in così poco tempo non può essere
considerato un danno collaterale”, dice il capo missione Axelle de la Motte St. Pierre.
“La situazione a Mogadiscio è terribilmente complessa e tutte le parti in causa sono
responsabili di un gran numero di feriti e morti. Il bombardamento indiscriminato
sulle aree densamente popolate è totalmente inaccettabile”. Nel 2009, circa la metà
dei 1.137 pazienti con ferite d’arma da fuoco curati da Msf era costituita da donne
e da bambini sotto i 14 anni. Di qui la richiesta a tutte la parti coinvolte, incluso
il Governo federale di transizione (Tfg) della Somalia, la Missione di peacekeeping
dell’Unione Africana (Amison) e i gruppi di opposizione, di “intraprendere tutte le
misure possibili per minimizzare i rischi sulla popolazione civile attraverso una
reale applicazione dei principi di distinzione e di proporzionalità volti a garantire
la protezione dei civili ed evitare attacchi indiscriminati”. (R.G.)