Hong Kong: la Corte d’appello boccia il ricorso della Chiesa cattolica per la libertà
delle scuole
La Corte di appello di Hong Kong ha decretato ieri che la riforma del governo sul
nuovo ordinamento per l’amministrazione delle scuole è in linea con la costituzione
del territorio. Secondo la diocesi di Hong Kong il nuovo ordinamento varato nel 2004,
lede alla libertà di educazione della Chiesa. In un comunicato diffuso ieri ripreso
dall'agenzia AsiaNews, la diocesi esprime “disappunto” per la decisione della Corte
e riafferma il suo impegno a gestire le scuole secondo gli accordi stipulati nel ’97.
La diocesi di Hong Kong si era appellata proprio perchè vedeva la nuova riforma scolastica
contraria alla Basic Law, la costituzione del territorio, voluta da Cina e Gran Bretagna,
che stabilisce per “per 50 anni non si cambia nulla”. Invece, a parere dei cattolici
e di altre personalità cristiane anglicane e metodiste, la nuova riforma tende a cambiare
di molto la situazione sociale, togliendo responsabilità ai gestori della scuola (sponsoring
bodies, Sb) e limitando o eliminando la loro proposta educativa. La nuova riforma
scolastica voluta dal governo dal 2002, prevede che in ogni scuola sovvenzionata da
esso, vi sia un nuovo organismo, l’ “incorporate management committee (Imc)”, in cui
vi sono rappresentanti eletti dei genitori e degli alunni oltre a figure nominate
dal governo. Essi sono gli ultimi responsabili dell’organizzazione della scuola. Sebbene
il 60% dei rappresentanti dovrebbe essere scelto dagli Sb, le Chiese cristiane temono
che in questo modo la proposta educativa venga politicizzata; che il governo prima
o poi venga a determinare i contenuti educativi e che infine gli Sb vengano emarginati.
Finora solo metà delle 850 scuole finanziate dal governo hanno accettato di attuare
l’Imc. La diocesi di Hong Kong ha detto che rifletterà sulla sentenza di ieri e vedrà
il da farsi. Le Chiese metodiste sono del parere che se gli Sb non hanno totale libertà
nel gestire la proposta educativa, è meglio abbandonare le scuole e ridarle al governo.
Anche la Chiesa anglicana è di questo parere. (R.P.)