2010-02-03 15:20:01

Iraq: 20 pellegrini uccisi a Kerbala durante una festa sciita


Sale a venti morti e 113 feriti il bilancio dell'attentato dinamitardo compiuto stamani a est di Kerbala, città santa sciita nel sud dell'Iraq. L'ordigno sembra fosse stato nascosto in una motocicletta, alle porte orientali di Kerbala, dove da giorni affluiscono decine di migliaia di pellegrini sciiti per le celebrazioni dell'Arbain, che segneranno il loro culmine venerdì prossimo. L'Arbain è una delle ricorrenze più sentite dagli sciiti e segna la fine dei 40 giorni di lutto osservati ogni anno in occasione dell'anniversario dell'uccisione dell'imam al Hussein, nipote del profeta Maometto, nell'anno 681, il cui mausoleo sorge a Kerbala. Da diversi anni, i pellegrinaggi a Kerbala sono un obiettivo ricorrente del terrorismo. Appena due giorni fa, oltre 40 persone dirette a piedi al mausoleo dell'imam Hussein sono state uccise e un centinaio di altre ferite in un attentato messo a segno da una donna kamikaze alle porte di Baghdad. Ieri sera, poco prima della mezzanotte, altri due pellegrini sono stati uccisi e 23 altri feriti in un'esplosione ancora una volta a Kerbala.

Pakistan - attentato in una scuola: nove morti, tra cui tre soldati Usa
Nove vittime per un attentato stamani nel villaggio pakistano di Koto, nella provincia della Frontiera del nord-ovest (Nwfp): sono morti tre militari statunitensi, tre studentesse, due civili e un soldato pakistano. Lo scoppio è avvenuto nel distretto di Lower Dir, mentre stava per essere inaugurata una scuola del villaggio con la partecipazione di un folto gruppo di allieve e insegnanti, decine dei quali sono rimasti feriti. E ieri, sempre in Pakistan, l'attacco di un gruppo di velivoli senza pilota (droni) statunitensi su varie località del Waziristan settentrionale ha causato 31 morti e decine di feriti. Il bilancio ieri era stato fissato a 17 morti, ma durante la notte numerosi feriti sono deceduti negli ospedali della zona. Fra le vittime, si teme che oltre ai talebani vi siano anche cittadini stranieri e abitanti dei villaggi che si erano avvicinati ai luoghi colpiti con il primo lancio di missili. Il villaggio più colpito, si è appreso, è Deegan, a 30 chilometri da Miramshah, dove i talebani la settimana scorsa avevano rivendicato l'abbattimento di un drone.

Cinque soldati italiani feriti in Afghanistan
Bomba contro una pattuglia di militari italiani in Afghanistan: un soldato ha riportato un sospetto trauma cranico mentre per gli altri quattro, tutti a bordo di un blindato "Lince", si parla di leggere contusioni. L'esplosione si è verificata a circa quattro chilometri dalla Fob (Forward operating base) di Shindand, la base operativa avanzata che ospita i militari italiani della Task force center. Intanto, il direttore dell'intelligence nazionale Usa, Dennis Blair, ha detto oggi in una testimonianza al Congresso che i talebani in Afghanistan stanno adattando la loro strategia alla presenza di più truppe Usa e per questo “stanno diventando sempre più pericolosi”. Blair ha aggiunto che, al contrario, i membri di Al Qaeda in Afghanistan hanno dato negli ultimi anni un “contributo modesto” alle attività degli insorti nel Paese. Intanto, il dialogo con i talebani, possibilmente moderati - che ha ricevuto appoggio alla recente Conferenza di Londra sull'Afghanistan come opzione per arrivare dopo otto anni là dove le armi non hanno potuto - sta prendendo quota, con la notizia ora di un incontro svoltosi giorni fa in segreto alle Isole Maldive. E oggi il presidente afghano, Hamid Karzai, ha lasciato Kabul per una visita ufficiale in Arabia Saudita, durante la quale si discuterà con re Abdullah delle prospettive di dialogo fra il suo governo e gli oppositori islamici. Sul terreno, nelle ultime ore due soldati americani sono morti nell'Afghanistan meridionale per l'esplosione di un rudimentale ordigno. Dall'inizio del conflitto nel 2001, sono 979 i militari statunitensi morti in Afghanistan.

Berlusconi applaudito alla Knesset, nel pomeriggio l’incontro con Abu Mazen
Per 12 volte i parlamentari israeliani della Knesset hanno applaudito il premier italiano, Silvio Berlusconi, che ha parlato nell'emiciclo, primo fra i presidenti del Consiglio italiani. Standig ovation del presidente Peres, del premier Netanyahu, della leader dell'opposizione Tzipi Livni. Da tutti parole di apprezzamento per il discorso di Berlusconi, che ha parlato di “unità nella difesa della democrazia libera dal fanatismo” e “dall'uso della violenza che strumentalizza il nome di Dio”. Ha ribadito che l’Italia sostiene da sempre la soluzione di due Stati, quello ebraico e quello palestinese, che vivano vicini in pace e in sicurezza. Ha poi affermato che l'Italia si è opposta al Rapporto Goldstone dell'Onu, relativo all’intervento di Tel Aviv a Gaza a fine 2008 e inizio 2009. Questo perchè Israele, secondo Berlusconi, dispiegò “una giusta reazione” ai missili di Hamas da Gaza. A proposito della minaccia nucleare che viene dall’Iran, il premier italiano ha difeso la scelta di “sanzioni efficaci”. Da parte sua, l'omologo israeliano, Netanyahu, ha ricordato come la madre di Berlusconi intervenne su un treno per difendere una ragazza ebrea da un soldato tedesco. Per questo episodio, il comune di Arconate (Milano), il 24 giugno 2007, ha conferito la cittadinanza onoraria alla madre di Silvio Berlusconi. Resta da dire che nel pomeriggio il premier italiano sarà a Betlemme per incontrare il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen.

La Corte dell’Aja si pronuncia sulle accuse di genocidio al presidente sudanese
La Corte penale internazionale dell'Aja si esprimerà oggi sull'appello presentato dal procuratore, Luis Moreno Ocampo, per ottenere un mandato d'arresto nei confronti del presidente sudanese, Omar Al Bashir, anche per il reato di genocidio. Il capo di Stato africano è già accusato di crimini di guerra e contro l’umanità commessi nella regione sudanese del Darfur. Intanto, per un’altra zona del Sudan è allarme: nelle regioni meridionali è emergenza fame. Il servizio di Giulio Albanese:RealAudioMP3
 
Mentre il Sudan è in piena campagna elettorale in vista delle delicate elezioni del prossimo aprile - le prime dopo 22 anni di guerra civile - proprio nelle regioni meridionali l’emergenza umanitaria è in crescita esponenziale. Stando ad autorevoli fonti della società civile e del Programma alimentare mondiale (Pam), il numero delle persone che hanno bisogno di assistenza alimentare è più che quadruplicato, passato da un milione nel 2009 a quattro milioni e 300 mila unità quest’anno. Le cause sono molteplici e comunque sintomatiche del malessere in cui versa l’intera regione: dalla siccità alla mancanza di infrastrutture per la raccolta delle acque, per non parlare degli scontri tra le varie etnie per il controllo delle sorgenti d’acqua e dei pascoli. Una debolezza, questa, del Sud di tradizioni animista e cristiana, che avvantaggia decisamente il governo centrale di Khartoum, in vista del referendum del prossimo anno che dovrebbe sancire – anche se sono ancora molte le incognite – l’autodeterminazione delle regioni meridionali. Da rilevare che lo scorso anno il conflitto nel Sudan meridionale ha ucciso 2.500 persone, mentre sono 350 mila gli sfollati che hanno dovuto abbandonare la propria casa mentre la siccità ha distrutto i loro raccolti. Per questo dal giugno scorso il Programma alimentare mondiale ha trasformato la precedente operazione di ricostruzione in una vera e propria operazione d’emergenza, prima che sia troppo tardi.
 
Il presidente egiziano Mubarak a Tripoli
Il presidente egiziano, Hosni Mubarak, è partito oggi per Tripoli per colloqui con il leader libico, Muammar Gheddafi. I due capi di Stato affronteranno i temi degli sviluppi politico-diplomatici nella regione mediorientale, delle relazioni tra i due Paesi e degli sforzi politici per i processi di riconciliazione araba e africana. Mubarak è accompagnato dal ministro degli Esteri, Ahmed Abul Gheit, dell'Informazione, Anas el Fiqi, e da altri dignitari.

Via libera dell’Ue al piano anticrisi del governo greco
La Commissione Ue, pur dando il via libera al piano anticrisi messo a punto dalla Grecia (definendolo “ambizioso ma realizzabile”), mette Atene sotto stretta sorveglianza per evitare che ci possano essere ritardi sulla tabella di marcia, che prevede il ritorno del deficit greco sotto il 3% entro il 2012. Nelle raccomandazioni approvate oggi dall'esecutivo europeo, si sottolinea come per Atene ci siano dei rischi sulla strada del risanamento che potrebbero richiedere ulteriori misure correttive, poichè l'obiettivo del 2012 va raggiunto a tutti i costi, senza ritardi. Per questo, il governo ellenico dovrà inviare a metà marzo un primo rapporto dettagliato sull'attuazione del programma di stabilità e un secondo a metà maggio, e i successivi ogni trimestre. Nel complesso, sono quattro i documenti adottati oggi dalla Commissione Ue e che ora dovranno essere approvati dal Consiglio Ecofin del 16 febbraio: un'opinione sulla situazione complessiva della Grecia, due raccomandazioni (una sulle misure per ridurre il deficit e una sulle necessarie riforme strutturali) e l'avvio di una procedura di infrazione sulle statistiche “fasulle”, che erano state comunicate a Bruxelles dal governo precedente a quello guidato da Georges Papandreou. In particolare, ad Atene si chiede di intervenire con una drastica riduzione dei salari pubblici a tutti i livelli, compreso il governo.

Tensione fra Cina e Stati Uniti per l’incontro tra Obama e il Dalai Lama
Sale la tensione tra Cina e Stati Uniti. Alla Cina che ammoniva il presidente Obama che un incontro con il Dalai Lama sarebbe stato dannoso per i rapporti tra le due nazioni, la Casa Bianca ha risposto immediatamente annunciando che il presidente Usa incontrerà il leader religioso in occasione del suo prossimo viaggio negli Stati Uniti, che comincerà il 16 febbraio. Il portavoce della Casa Bianca, Bill Burton, ha inoltre sottolineato che Obama aveva già espresso ai dirigenti cinesi, in occasione del suo viaggio di novembre in Cina, l’intenzione di incontrare il leader religioso tibetano. Il Dalai Lama aveva visitato gli Stati Uniti poco prima del viaggio di novembre di Obama in Cina e il presidente Usa aveva ritenuto opportuno non incontrare all'epoca il leader tibetano. L'episodio si inserisce in una situazione di tensione tra i due Paesi per una serie di problemi: dalla censura cinese a Google alla vendita di armi Usa a Taiwan.

Primarie segnate dall’astensione in Illinois
Ha vinto l’astensione in Illinois. Si sono svolte ieri le elezioni primarie per decidere i candidati che dovranno battersi per conquistare il seggio senatoriale lasciato libero da Barack Obama una volta divenuto presidente. Nello Stato americano ha votato solo il 25-30% degli aventi diritto, anche se qualcuno sottolinea che la neve può aver creato problemi. Sul fronte repubblicano ha vinto il moderato Mark Kirk, mentre tra le fila democratiche è uscito vincitore Alexi Giannoulias, amico personale di Obama. Testa a testa, invece, nella corsa per l’elezione del possibile governatore dell’Illinois: tra i repubblicani sembra in vantaggio Pat Quinn e tra i democratici è dato come favorito Bill Brady.

Enorme incendio a Mogadiscio
Un enorme incendio, non ancora del tutto domato, ha devastato la notte scorsa il mercato di Bakara, il più grande di Mogadiscio, in Somalia. Secondo fonti locali, le fiamme sarebbero state provocate da colpi di mortaio che hanno colpito l’area del mercato in cui si vendono petrolio e benzina. I commercianti hanno stimato danni del valore di almeno 10 mila dollari. Centinaia di persone hanno cercato di spegnere l’incendio per salvare i numerosi negozi presenti, senza riuscirvi. Al momento, non si sa chi abbia sferrato l’attacco. Secondo le autorità locali ed alcuni osservatori, i responsabili sarebbero gruppi vicini ad Al Quaeda, come gli Shabaab o i Giovani Mujhahidin.

Oltre 20 persone morte in Tanzania per un incidente stradale
Ventiquattro persone sono morte e 51 sono rimaste ferite ieri sera nello scontro tra due autobus nel nord della Tanzania. Lo ha reso noto il portavoce della polizia della regione di Tanga, Simon Mgawe. In Tanzania, gli incidenti stradali sono frequenti a causa dell'imprudenza dei conducenti ma anche del cattivo stato dei veicoli e delle strade. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza) 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 34
 
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