Nigeria: giudizio positivo della Chiesa sul meeting di Abuja sulla crisi di Jos
“È stato un incontro positivo e proficuo” dice all’agenzia Fides mons. Ignatius A.
Kaigama, arcivescovo di Jos, che ha partecipato ad un incontro nella residenza presidenziale
di Abuja, con il vicepresidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, sugli incidenti
scoppiati il 17 gennaio a Jos, la capitale dello Stato di Plateau. Al meeting hanno
partecipato, oltre al Governatore dello Stato di Plateau e a diverse personalità locali,
anche alcuni importanti esponenti nazionali, tra cui mons. John Onaiyekan, arcivescovo
di Abuja e Presidente della Christian Association of Nigeria (Can), organo che riunisce
le principali confessioni cristiane della Nigeria. Mons. Kaigama descrive con queste
parole a Fides il meeting: “Abbiamo avuto un incontro molto franco e diretto, nel
quale ognuno ha potuto esprimere l’amarezza, la rabbia e i timori della propria comunità,
che sia cristiana o musulmana. In questo modo abbiamo compreso meglio le reciproche
posizioni e le cause profonde della crisi. Posso affermare che dal dibattito è emerso
che la religione non è affatto la causa degli scontri. Le cause reali delle tensioni
e delle violenze sono sociali, politiche, etniche, economiche e persino di scontri
tra personalità diverse. Quando si attacca una chiesa o una moschea lo si fa perché
entrambe sono il simbolo più evidente della comunità che si vuole colpire, ma non
in quanto luogo di culto”. Nel suo intervento il Vicepresidente Jonathan (che di fatto
esercita le funzioni di Capo dello Stato perché il Presidente Umaru Yar'Adua è ricoverato
da novembre in un ospedale all’estero) ha sottolineato che lo Stato di Plateau è uno
Stato-cerniera che serve da collegamento tra il nord musulmano e il sud cristiano
e che “sebbene in passato vi siano stati alcuni conflitti sociali di minore entità,
quello che abbiamo visto di recente è alquanto imbarazzante e dobbiamo esaminare insieme
come mettere fine a tutto questo”. Al termine dell’incontro è stato creato un comitato
di 15 personalità (tra le quali mons. Kaigama) per cercare una soluzione definitiva
alla ricorrenti crisi dello Stato di Plateau. Mons. Kaigama esprime a Fides una prima
valutazione su quale contributo possono offrire i leader religiosi al problema: “I
capi religiosi devono impedire che quando si manifestano delle tensioni tra le comunità,
la religione venga strumentalizzata. Bisogna intervenire subito per cercare di riportare
la pace, evitando di usare un linguaggio che inciti gli animi, e invece predicando
la pace e la riconciliazione”. (R.P.)