Tra le tante famiglie che piangono i morti sotto le macerie è la grande famiglia delle
Nazioni Unite. Sono almeno 92 i funzionari dell’Onu caduti sul lavoro mentre operavano
ad Haiti, travolti dal sisma il 12 gennaio scorso. Altri 7 mancano ancora all’appello.
Ultima vittima confermata ieri l’italiana Cecilia Corneo, 39 anni, da 7 nell’isola
caraibica, impegnata a ridurre la violenza armata, sovente di baby gang, nelle poverissime
comunità haitiane. Intanto prosegue l’evacuazione della popolazione superstite, oltre
480 mila persone hanno lasciato la capitale, Port-au-Prince, per raggiungere nelle
regioni periferiche parenti o amici, che ora – sollecita l’Onu - vanno sostenuti con
urgenza. L'arrivo degli sfollati ha causato infatti il rialzo dei prezzi di alimenti
di base, come riso e zucchero. Si spera quindi nell’onda lunga di una solidarietà,
oltre la risposta immediata che c’è stata: le Nazioni Unite hanno ricevuto oltre l’80
per cento dei 575 milioni di dollari chiesti alla comunità internazionale per finanziare
i primi aiuti alle vittime. Da segnalare la nuova versione dopo 20 anni per aiutare
Haiti di “We are the world” con la partecipazione di 70 star dello spettacolo. Sul
piano logistico annunciata la partenza da Haiti dopo due settimane della portaerei
american “Carl Vinson”, che lascerà però 19 dei suoi elicotteri e l’arrivo della portaerei
italiana Cavour. Attenzione particolare anche alla sicurezza di Haiti: oggi l’Onu
segnala che un gruppo armato ha attaccato un convoglio di cibo e che 33 detenuti evasi
dalle prigioni sono stati arrestati. (A cura di Roberta Gisotti)