Onu, Ban Ki-moon a Cipro per rilanciare i negoziati greco-turchi
Ravvivare il processo di unificazione di Cipro divisa dal 1974, in seguito all’intervento
militare turco nel nord del Paese. Con questo intento il segretario generale dell’Onu,
Ban Ki-moon, si trova in missione diplomatica nell’isola per colloqui separati con
i leader delle due comunità, quella greca e quella turca, proprio per cercare di rilanciare
i negoziati giunti ad un punto di stallo. Sulla possibilità di realizzare quest’obiettivo,
Giancarlo La Vella ha raccolto il commento di Paolo Quercia, esperto
di questioni internazionali:
R. – In tempi
brevi, sarà probabilmente non facile perché la questione di Cipro ormai riguarda anche
le popolazioni delle due parti dell’isola in quanto per consuetudine o per comune
accordo le parti politiche hanno rimesso alla volontà popolare la soluzione di questa
crisi. Questo rende il processo molto più lungo. D. – Il fatto
che dietro ci siano Grecia e Turchia e quindi dei rapporti che ulteriormente devono
essere pianificati rende quindi più difficile questo processo?
R.
– Certamente, questo è un livello ulteriore di complicazione perché ovviamente le
due parti hanno alle proprie spalle dei Paesi che ne sostengono le ragioni o che contribuiscono
a mantenere il conflitto irrisolto. Quindi è un ulteriore livello di complicazione
della questione.
D. - Le notizie diffuse da alcuni
giornali su un possibile accordo su una proposta turca, secondo lei, sono veritiere?
R.
– Sicuramente si stanno compiendo progressi. Diciamo che la partita è complessa perché
ci sono varie questioni tra cui quelle territoriali di sicurezza; ci sono dei confini
ancora da delimitare. Però, tutto sommato, i progressi che possono essere fatti a
livello negoziale favoriscono una più generale gestione di tutte le questioni irrisolte.
Teniamo ben presente che per la Turchia diventa una partita cruciale, strategica.
Proprio la questione irrisolta di Cipro è la causa che ha bloccato nel 2006 la Commissione
europea che ha congelato otto degli “acquis communautaire” pertanto mantenendo la
Turchia sostanzialmente "congelata" dal processo di adesione all’Unione Europea proprio
per questo motivo. Quindi, probabilmente ci saranno sforzi e progressi al fine di
risolvere questo stallo. La partita è molto complessa non riguarda esclusivamente
i problemi di queste comunità greco-cipriote e turco-cipriote ma riguarda lo stesso
futuro della Turchia nell’Unione Europea ed anche il generale ricollocamento della
Turchia nel sistema politico occidentale, visto che nell’ultimo anno in particolare
abbiamo assistito a un forte riallineamento mediorientale della politica estera turca.