Lettera dei vescovi salvadoregni per la Beatificazione di mons. Romero, a 30 anni
dall’assassinio
Nel corso del tradizionale incontro con la stampa, dopo la Messa domenicale, mons.
Luis Escobar Alas, arcivescovo di San Salvador ha confermato ieri la decisione della
recente plenaria episcopale del suo Paese di inviare una lettera alla Congregazione
delle cause dei santi, riguardo il processo di beatificazione di mons. Oscar Arnulfo
Romero, ucciso 30 anni fa, il 24 marzo 1980. Si tratta, ha precisato il presule, di
un ulteriore sostegno al processo in corso in “quanto espressione del nostro grande
desiderio, e quello del popolo cattolico salvadoregno, di vedere sugli altari mons.
Romero il più presto possibile”. La lettera dovrà essere redatta da una Commissione
episcopale che è stata creata nel corso dell’Assemblea plenaria. “Ci auguriamo - ha
spiegato mons. Escobar - che la firma di tutti i nostri vescovi sia un contributo
al processo” che si trova in una fase che non conosciamo poiché si tratta di una procedura
riservata”. D’altra parte l’arcivescovo della capitale del Salvador ha anche rilevato
che la medesima Plenaria episcopale ha approvato in linea di massima gli eventi ecclesiali,
religiosi e culturali con i quale si ricorderà in tutte le diocesi del Paese il trentesimo
dell’assassinio di mons. Romero che, tra l’altro, sarà ricordato anche in tutte le
chiese dell’America Latina per attualizzare la sua eredità spirituale e pastorale.
Interpellato dai giornalisti su un'altra questione, mons. Escobar Alas ha confermato
che la Chiesa si è rivolta al presidente della Repubblica Mauricio Funes per chiedergli
di “intercedere” presso il capo di Stato del Guatemala affinché siano prese misure
adeguate sulla miniera di ‘Cerro Blanco’ posta al confine tra i due Paesi, le cui
attività estrattive creano gravi conseguenze d’inquinamento di alcuni fiumi e laghi
salvadoregni. “Lo sfruttamento della miniera di oro e argento ci preoccupa moltissimo
ora che ha tutti i permessi e si prepara ad entrare nella fase preliminare di produzione.
Questo rappresenta una minaccia reale di inquinamento per il lago salvadoregno Güija
e per le acque del fiume ‘Lempa’ ”. Il presule ha ricordato al riguardo la vicinanza
fisica della miniera guatemalteca a territori salvadoregni strategici dal punto di
vista ambientale e, al tempo stesso, la pericolosità delle sostanze chimiche di scarto
con cui si lavora nelle miniere di oro e argento. Per queste ragioni, ha concluso
mons. Escobar Alas, chiediamo “al nostro governo di parlare sulla questione con il
Guatemala e trovare una soluzione”.(A cura di Luis Badilla)