2010-02-01 13:25:02

La Chiesa di fronte alle sfide della post modernità nell’ultimo libro del filosofo Vittorio Possenti, “Dentro il secolo breve”


Paolo VI, Maritain, Mounier, La Pira e Giovanni Paolo II: sono le cinque straordinarie figure al centro del nuovo libro del filosofo Vittorio Possenti, intitolato “Dentro il secolo breve”. Edito dalla casa editrice Rubbettino, il volume è stato presentato in questi giorni a Roma, presso il Centro Saint-Louis de France. Alla conferenza ha partecipato, tra gli altri, il cardinale Paul Poupard. Al prof. Possenti, Alessandro Gisotti ha chiesto di indicare il tratto comune dei protagonisti del suo libro:RealAudioMP3

R. – Abbiamo dinanzi ciò che potrei anche chiamare una “famiglia di spiriti”, perché le sintonie tra di loro, pur avendo temperamenti e caratteri diversissimi, erano sintonie profonde. Intanto, li accomunava la comune fede cristiana, il fatto che furono sostanzialmente contemporanei e quindi operarono in un’epoca – quella della secolarizzazione, quella dei totalitarismi, quella dell’attacco alla persona – e, dal punto di vista politico, del movimento di difesa e di rilancio dell’essere umano attraverso il personalismo, i diritti umani, la ricerca della pace. Temi che hanno attraversato la storia religiosa e la storia civile del XX secolo e che hanno ancora una rilevanza assoluta.
 
D. – Il XX secolo: secolo tragico. La Chiesa ha assunto posizioni profetiche …
 
R. – La Chiesa è riuscita a contenere, da un lato, l’avvento di una secolarizzazione aggressiva e, dall’altro, l’attacco alla persona, soprattutto nel momento dei grandi totalitarismi. Questi due aspetti non sono tuttora venuti meno, ma hanno cambiato volto. La secolarizzazione non è regredita, ma nello stesso tempo sta avanzando una ripresa del ruolo pubblico delle grandi religioni mondiali, in particolare anche del cristianesimo, in maniera che l’assenza di Dio e la presenza di Dio sono nuovamente al centro dei nostri problemi. E rimane importante la grande frase di Paolo VI nell’Evangelii nuntiandi, ossia che l’uomo può certamente organizzare la terra senza Dio, ma non potrà che organizzarla contro l’uomo. Questo significa che dobbiamo riprendere i tre grandi nodi che sono all’interno di ogni civiltà, vale a dire il problema di Dio, il problema dell’uomo e il problema della cultura. Penso che siamo a questo punto: la Chiesa del XX secolo e quella del XXI si sta confrontando con le nuove sfide, forte del suo bagaglio di una sapienza che viene dall’al di là del mondo attraverso una Parola di vita che orienti nelle difficili scelte del presente.
 
D. – Dopo il secolo dei totalitarismi, la Chiesa si confronta con il cosiddetto "pensiero debole" – la dittatura del relativismo, per richiamare una celebre formula-definizione dell’allora cardinale Ratzinger…
 
R. – Noi dobbiamo affrontare questo problema come fa la Chiesa – pensiamo in particolar modo alla Fides et Ratio di Giovanni Paolo II, in maniera da riprendere l’alleanza tra fede e ragione così da prospettare all’avanzata anche aggressiva delle scienze un orizzonte di senso diverso da quello che le scienze da sole vedono. Abbiamo bisogno, per vincere questa battaglia – che è poi una battaglia "per" l’uomo e non "contro" l’uomo – della sapienza metafisica e di un’antropologia integrale, visto che le linee fondamentali del confronto e, in qualche modo, dello scontro contemporaneo passano attraverso l’uomo.







All the contents on this site are copyrighted ©.