Tensione Pechino-Washington dopo la vendita di armi Usa a Taiwan
Dopo la vicenda Google, nuove frizioni tra Cina e Stati Uniti. Ieri, Washington ha
annunciato la vendita per sei miliardi di dollari di armamenti a Taiwan, l’isola considerata
da Pechino una provincia ribelle. Le autorità cinese hanno commentato l’iniziativa,
affermando che essa rischia di “danneggiare seriamente” i rapporti tra le due potenze,
perché rappresenta “una grave minaccia” alla sicurezza del Paese orientale. Secondo
l’agenzia Nuova Cina, Pechino sospenderà gli scambi e le relazioni sul piano militare
con gli Stati Uniti. Che significato assume questa situazione per i rapporti tra
i due Paesi? Giancarlo La Vella ne ha parlato con Francesco Sisci, corrispondente
da Pechino per il quotidiano La Stampa: R. – Naturalmente,
è solo un motivo nuovo di scontro tra quelle che sono ormai le due maggiori potenze
politiche ed economiche del pianeta. Non è un motivo di enorme frizione, perché la
prevista visita in Cina del segretario per la Difesa americano, Bob Gates, alla fine
di febbraio o a marzo non è stata rinviata, né cancellata. Segno che i rapporti più
delicati, quelli più sensibili, continuano a essere buoni. Certo è che la vendita
di armi e la reazione cinese si inseriscono in un momento particolare tra le due potenze:
l’anno scorso sembrava ci fosse piena sintonia tra Cina e Stati Uniti, suggellata
con quello che pareva quasi un patto di partenariato, cioè la visita a Pechino a novembre
del presidente americano Obama. Oggi, soprattutto con l’inattesa polemica intorno
alla questione di Google, i rapporti se non sono proprio deragliati sono finiti su
un binario che non è quello della sintonia. D. - Con questa
vicenda, non sarebbe il caso di cercare finalmente una soluzione alla situazione di
Taiwan? R. – Sì. In realtà, specialmente negli ultimi due anni,
Cina e Taiwan hanno registrato molti passi avanti nelle relazioni bilaterali: bisogna
capire come Taiwan e Cina possono conciliare una riunificazione. Soprattutto, considerato
il fatto che ci sono due sistemi politici molto diversi.