Le parole di mons. Crociata su lavoro, immigrazione e sfida educativa
“Il Dio vicino è la buona notizia di cui il mondo oggi ha nostalgia e sente il desiderio
nonostante l’acutizzarsi di secolarizzazione e spersonalizzazione”. E’ partita da
qui la riflessione del Consiglio Episcopale Permanente che si è svolto a Roma dal
25 al 27 gennaio 2010 e di cui oggi il segretario generale della Cei, mons. Mariano
Crociata, ha presentato il comunicato finale in una conferenza stampa presso la nostra
emittente. All’esame dei vescovi la bozza degli orientamenti pastorali del prossimo
decennio - che li vede convergere sull’idea che un rinnovato dinamismo educativo è
quanto di più necessario oggi - e la rilettura del documento sulla Chiesa e il Mezzogiorno,
finalizzato a rilanciare quella tensione solidale che sola sostiene l’identità del
Paese. Gabriella Ceraso.
C’è una diffusa
nostalgia di Dio, che pervade il popolo italiano, sostengono i vescovi alla fine del
loro Consiglio. Da qui l’urgenza – dicono - di accompagnare questa ricerca e risvegliare
in tutti la domanda su Dio. E’ questa considerazione, dunque, che ha contrassegnato
il dibattito appena concluso, insieme alla ripresa dei temi importanti per la vita
ecclesiale e sociale in Italia, toccati dal presidente della Cei, cardinale Bagnasco,
nella sua prolusione. In primo piano il clima politico con l’appuntamento elettivo
dei prossimi mesi e la crisi economica, con un occhio di riguardo al Mezzogiorno.
I vescovi, nel ribadire che responsabilità individuale e sociale sono indivisibili,
sottolineano a livello politico l’urgenza di superare il clima di rissa e di denigrazione,
mettendo al primo posto i problemi del Paese e il bene comune. Questo vale, dunque,
anche per gli elettori, chiamati a vivere con coscienza il prossimo appuntamento delle
regionali. Mons. Crociata:
“Guardare - nel compiere
questo gesto più alto di partecipazione civile e politica - alle esigenze generali
più importanti; seguire quei criteri che permettono di realizzare il bene più grande
del Paese. Il compito dei cittadini è eleggere delle persone che meglio rispondano
al perseguimento di questo obiettivo”.
Altro tema fondamentale per i
vescovi è la crisi economica. Nel documento finale ribadiscono la soddisfazione per
un globale miglioramento della situazione finanziaria, ma sottolineano che bisogna
mantenere alta l’attenzione sulle fasce più deboli e a rischio. Questo vale, dicono,
in particolare per il Meridione: una dimensione specifica di un Paese che va però
visto nel suo insieme. Al Sud occupazione e salario divengono – dicono i vescovi –
prioritarie preoccupazioni, specie per alcune famiglie: “L’incoraggiamento
a conservare e assicurare posti di lavoro, a farli crescere, credo che sia l’auspicio
di tutti, perché comprendiamo tutti il dramma di famiglie che fino ad ora hanno avuto
un lavoro e adesso si trovano sulla strada. Questo richiamo, questo grido, noi lo
dobbiamo raccogliere e invitare a trovare le vie giuste, perché non possiamo fare
le cose più facili di quanto sono”.
Anche giustizia e immigrazione all’attenzione
dei vescovi che sottolineano l’esigenza del rispetto degli equilibri istituzionali
e la ricerca del bene comune. In materia di immigrazione è negata l’eguaglianza -
criminalità uguale immigrati – e viene sottolineata invece la dignità umana come prevalente.
Ancora mons. Crociata:
“Le nostre statistiche dimostrano che la percentuale
di criminalità tra italiani e stranieri è analoga se non identica. La considerazione
di fondo, quando parliamo di immigrati, è quella – come ci ha ricordato il Papa –
della dignità di ogni persona umana, che non può essere a priori oggetto di giudizio,
quindi di pregiudizio e di discriminazione”.
Momento significativo di
questi giorni di dibattito – sottolineano i vescovi – e anche filo conduttore di ogni
altra discussione, è stata la questione educativa, che tocca tutti e che guiderà la
pastorale del prossimo decennio. Educazione – sottolineano i vescovi – distinta dall’evangelizzazione,
intesa come trasmissione di valori, che bisogna richiamare e di cui bisogna fare esperienza.
Educazione come processo al cui vertice è l’apertura alla questione di Dio.