2010-01-29 15:18:19

Congo: la miniera d’oro di Mongbwalu, opportunità di sviluppo per la popolazione


“Un’opportunità d’oro o una falsa speranza?”. È questo il titolo del rapporto presentato dalla Cafod (Catholic Agency For Overseas Development, agenzia di sviluppo promossa dalla Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles) sull’imminente apertura di una miniera d’oro, gestita da una multinazionale sudafricana, a Mongbwalu, nell’Ituri, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Il documento - ripreso dall'agenzia Fides - è stato elaborato con il contributo, tra gli altri, di don Alfred Buju, responsabile della Commissione “Giustizia e Pace” della diocesi di Bunia. Il rapporto prevede una nuova crescita della domanda mondiale di metalli, dopo la pausa provocata dalla crisi finanziaria mondiale. Questo, sottolinea il documento, ha aspetti positivi (creazione di posti di lavoro, incremento delle entrate statali, trasferimento di competenze tecniche), ma anche negativi (inquinamento, divisioni sociali), soprattutto in Paesi, come la Repubblica Democratica del Congo, incapaci “di regolamentare il comportamento delle società transnazionali che operano nel loro territorio”. Di conseguenza, “comunità povere del mondo intero si ritrovano spesso a vivere accanto alle compagnie più potenti del pianeta a causa delle attività minerarie. Fare ascoltare la voce di queste comunità alle compagnie è un’impresa ardua” afferma il rapporto. Anche nel caso della stipulazione del contratto per la miniera di Mongbwalu, la popolazione locale non è stata assolutamente coinvolta. “Mongbwalu è contrassegnata dalla povertà e dalla disoccupazione e ha disperatamente bisogno di sviluppo. Le aspettative della comunità locale sui possibili benefici della miniera sono molto alte. Siamo preoccupati che la miniera impieghi un numero relativamente piccolo di lavoratori, molti dei quali specializzati, con conseguenti poche opportunità di lavoro per la popolazione locale” afferma il documento. Sorgono inoltre forti preoccupazioni per i danni all’ambiente derivanti dalle attività estrattive (“tra le più inquinanti del mondo” sottolinea il documento), che prevedono l’uso di sostanze tossiche (come il cianuro) e la produzione di vasti depositi di scorie. Il rapporto propone una serie di misure alle quali attenersi per ridurre l’impatto ambientale, per creare opportunità di lavoro e per reinvestire una parte dei profitti della miniera nello sviluppo dell’economia locale. (R.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.