2010-01-29 13:00:23

Appello Cec: Ue contro la povertà difendendo i comportamenti etici


Diritti fondamentali e valori etici siano la priorità dell’Unione Europea che sta tracciando il programma economico da qui fino al 2020. E’ la raccomandazione della Cec, Conferenza delle Chiese Europee, che hanno pubblicato stamane un appello al presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. La Conferenza delle Chiese europee riunisce 120 Chiese e comunità ortodosse, protestanti, anglicane e vetero cattoliche. Nei giorni scorsi, in un incontro con i vescovi cattolici europei, hanno ribadito “la comune preoccupazione per le sfide che tutte le Chiese in Europa si trovano di fronte”. A Barroso la Cec ricorda che alla fine del proprio mandato aveva sottolineato che “la crisi economica non è stata e non è solo crisi finanziaria ma è anche crisi dei valori della nostra società”. Dunque, partendo da questa considerazione, per la Strategia Ue 2020, le Chiese chiedono “un mercato sostenibile” in cui “comportamenti etici e obblighi morali” siano difesi con forza, considerando che “l’economia globale e interdipendente comporta più rischi di abusi”. Il primo rischio è l’aumento della povertà. Di questo Fausta Speranza ha parlato con il reverendo Dieter Heidtmann, responsabile della Commissione Chiesa e Società della Conferenza delle Chiese Europee:RealAudioMP3
 
R. – We have different poverties...
Abbiamo diversi tipi di povertà. Da una parte, abbiamo la povertà materiale, laddove le persone non possono vivere una vita dignitosa. Ma abbiamo anche una povertà nel senso di mancanza di partecipazione: persone che non possono partecipare pienamente alla vita sociale, che non hanno accesso alla cultura, discriminate perché appartengono a minoranze etniche o a gruppi emarginati della società. C’è anche una nuova forma di povertà: persone che mancano di senso di responsabilità nei confronti della vita degli altri.

 
D. – La Commissione Europea ha dichiarato il 2010 anno contro la povertà. Quali sono gli obiettivi e quali sono le speranze?

 
R. – We believe that this year...
Noi crediamo che quest’anno arrivi proprio al momento giusto per combattere la povertà e l’esclusione sociale, perché ci troviamo adesso in una situazione in cui sempre più persone sperimentano l’impatto della crisi economica e della crisi finanziaria. E’ molto importante porre l’attenzione ai poveri in Europa e fuori dall’Europa. Ci aspettiamo che l’Unione Europea e i suoi Stati membri s’impegnino ad essere più attivi nel combattere la povertà.

 
D. – Dichiarare guerra alla povertà deve significare anche cambiare qualcosa nell’approccio generale dell’Europa verso le risorse sociali, verso lo sviluppo, verso il lavoro...

 
R. – Since the first of December…
Dal primo dicembre 2009 abbiamo il Trattato di Lisbona che dà più forza alla Carta dei Diritti fondamentali. Ora noi crediamo che l’Unione Europea e i suoi Stati membri debbano attuare questi diritti, perché combattere la povertà non è una questione di carità, è una questione di giustizia, perché le persone hanno il diritto di vivere una vita dignitosa.

 
D. – Vuole darci alcune cifre riguardanti la povertà?

 
R. – In Europe we have…
Nell’Unione Europea abbiamo 79 milioni di persone che sono a rischio povertà, cioè il 17 per cento della popolazione. Abbiamo anche una percentuale alta di bambini poveri: la povertà minaccia un bambino su cinque. Questo significa per loro avere meno occasioni, meno possibilità di essere parte della società. La povertà è in gran parte ereditata da una generazione all’altra e questo circolo vizioso è qualcosa che davvero dobbiamo rompere. Dobbiamo cambiare le cose.







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