Mostra al Vittoriano sul campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau
70 anni fa veniva aperto il campo di concentramento di Auschwitz, 65 anni fa veniva
liberato il complesso di Auschwitz-Birkenau. Al Vittoriano di Roma, in occasione della
Giornata della memoria, è stata inaugurata ieri una Mostra dedicata al campo di sterminio
e al suo ruolo nel processo di distruzione degli ebrei in Europa. Il servizio è di
Francesca Sabatinelli:
(musica)
Nei
5 anni in cui il complesso di Auschwitz-Birkenau rimase aperto fu trucidato un numero
di ebrei che gli storici oggi calcolano tra il milione ed il milione e mezzo. E già
queste cifre da sole spiegano il ruolo centrale che il complesso ebbe all’interno
della soluzione finale contro gli ebrei voluta da Hitler. Perché ritenuti il nemico
principale della Germania nazionalsocialista, nemico da perseguitare assieme agli
oppositori politici, agli omosessuali, ai rom, ai sinti. Marcello Pezzetti,
storico e curatore della Mostra
“Gli ebrei sono stati
portati a Birkenau solo per il fatto di essere nati tali, perché sono biologicamente
– secondo i nazisti – inferiori ed un pericolo da eliminare, così come i sinti e i
rom. Non devono essere rieducati, non devono essere puniti, non devono essere sfruttati
attraverso il lavoro; devono essere eliminati. Birkenau è l’edificazione, la realizzazione
di un’utopia negativa, quella nazista. La mostra vuole indicare dove può portare un'ideologia
di questo tipo”. In esposizione fotografie, mappe del campo,
piani di costruzione dei crematori, filmati, lettere, diari, vestiti dei prigionieri,
i piccoli oggetti usati nel campo, materiale inedito o mai presentato in Italia. Sette
sezioni tematiche cronologiche che ripercorrono la storia e l’evoluzione del sistema
concentrazionario e della persecuzione degli ebrei, partendo dal sistema delle deportazioni,
per arrivare alle tecnologie e metodologie della messa a morte, le camere a gas, i
crematori, la bruciatura dei cadaveri. Una Mostra che presenta il punto di vista delle
vittime e dei carnefici, un percorso che giunge fino al dopo, alla sorte dei persecutori,
ai processi ai nazisti svoltisi in Polonia e nella Germania negli anni ‘60 e ‘70.
Ciò che è stato va ricordato e studiato. Una difesa della memoria per contrastare
il risorgere di forme di intolleranza, così come per rispondere a chi ancora oggi
nega quella che fu una vera catastrofe nella civiltà umana. Ancora Pezzetti:
“Se
uno va nella sezioni dei crematori e vede tutta la documentazione, le fatture sull’acquisto
del gas, la costruzione dei crematori; un armamentario infinito di documentazioni
che i nazisti hanno fatto, basta andarli a prendere, basta leggerli. C’è un solo metodo
per combattere il negazionismo: fare storia e farla bene, perché la storia parla,
i nazisti hanno parlato e basterebbe, quindi, ascoltarli. (musica)