La prolusione del cardinale Bagnasco alla Cei: il Paese ha bisogno di riforme non
di risse, sogno una generazione di cattolici che ami i valori della civiltà
Il sogno di una nuova generazione di italiani disposti a dare il meglio dei loro pensieri
e progetti e, con l’aiuto della Grazia di Dio impegnati a fondare ogni impresa sui
valori fondamentali della vita, della famiglia e dalla solidarietà. E’ quanto espresso
dal presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che ieri pomeriggio ha aperto
il Consiglio permanente dei vescovi italiani. Il porporato ha indicato le riforme
come obbiettivo urgente, ma colpevolmente sempre rinviato, quindi ha auspicato la
riconciliazione in politica in un momento di surriscaldamento in cui sembrano riaffiorare
i mostri del passato. Dal cardinale Bagnasco un “no deciso” a xenofobia e antisemitismo,
“sì” a politiche per la famiglia, “la più grande risorsa” del Paese. Vicinanza alla
popolazione di Haiti con l’appello alla solidarietà. Il servizio è di Paolo Ondarza:
Gli uomini
di oggi hanno bisogno di apprendere nuovamente lo stile del riconciliarsi. Nuovo appello
al disarmo degli animi dal cardinale Bagnasco, che ha evidenziato il surriscaldamento
del già rovente clima politico in Italia: a cominciare da quello che il porporato
definisce il “violento ed esecrabile episodio che ha coinvolto il presidente del Consiglio
Berlusconi”: “Maestri nuovi del sospetto e del risentimento
sembrano talora riaffiorare all’orizzonte lanciando parole violente che, ripetute,
possono resuscitare mostri del passato”.
Il cardinale Bagnasco esorta
i credenti a riscoprire il sacramento della Riconciliazione per contribuire nella
società ad una coesione effettiva tra i componenti dell’intera comunità nazionale.
Appello anche ai media da cui spesso provengono “intossicazioni e deviazioni”: nel
bene del Paese non riducano il conflitto politico a rissa, non cadano nel disfattismo
che si basa, più che sulle notizie, sui conflitti veri o immaginati:
“Allo
stesso modo è insopportabile concentrarsi unicamente sulla denigrazione reciproca,
arrivando talora a denigrare il Paese intero, pur di far dispetto alla controparte”. Obbiettivo
urgente – ricorda il presidente della Cei – sono le riforme:
“L’obiettivo
urgente, ma colpevolmente sempre rinviato, delle riforme, che invece sono attese per
dare compiutezza a quella transizione istituzionale, politica e strutturale che, se
ritardata, assorbe le risorse e corrode gli entusiasmi”.
Pensando alla
crisi economica, pur evidenziando la prontezza con cui il Paese è riuscito a fronteggiarla,
il porporato ricorda che soprattutto per le aziende più piccole essa ha provocato
un periodo difficilissimo, se non fatale, soprattutto per le categorie più deboli
di persone. Da qui, le esortazioni al sistema bancario, perché solleciti una politica
del credito, alla classe politica perché ascolti la voce di chi ha perso il lavoro.
Dopo aver auspicato un ricentramento della politica sul perno delle famiglie con figli
e la nascita di una nuova generazione di italiani che abbia a cuore i valori fondanti
della civiltà, il cardinale Bagnasco ha espresso preoccupazione per gli episodi di
contestazione di Rosarno, ricordando le condizioni non accettabili in cui vive parte
degli immigrati in Italia: “Ritengo che l’opinione pubblica
nazionale abbia con l’occasione potuto avviare una riflessione che nessuna ruspa può
facilmente rimuovere”.
E’ fondamentale – ha detto - ripartire dal significato
di persona: “Un immigrato – ha spiegato - è un essere umano, e una persona è tale
indipendentemente dal colore della pelle, dalla nazionalità o dalla religione:
“Questo
naturalmente vale in ogni angolo della Terra e vale anche per la violenza patita dai
cristiani in alcuni Paesi, tanto più se si manifesta nei giorni più cari alla tradizione
evangelica”.
“No alla xenofobia così come all’antisemitismo, nonostante
i focolai talora riaffioranti di odio”, rimarca il presidente dei vescovi italiani,
che, ricordando la visita del Papa alla Sinagoga di Roma spiega che la Chiesa italiana
si riconosce nell’atto di commosso omaggio che Benedetto XVI ha tributato alle vittime
della Shoah. Guardando alle vicende internazionali il cardinale Bagnasco ha ricordato
la tragedia di Haiti, facendo appello alla solidarietà di tutti. Parole anche su clima
e ambiente: se la Conferenza di Copenaghen ha deluso le aspettative, la “crisi ecologica
non può essere affrontata se non si ha la disponibilità di operare una revisione del
modello di sviluppo”. Nell’ecologia rientra la bioetica, due i fronti in Italia: la
pillola abortiva Ru486 - i pubblici poteri, chiede il porporato, ne circoscrivano
i rischi - e la discutibile “iniziativa dei registri” sul testamento biologico, con
l’appello alle forze politiche perché diano prova di massima saggezza nell’allestire
la legge sul fine vita. Parlare di ambiente in Italia – ha aggiunto il presidente
dei vescovi italiani – vuol dire mettere in sicurezza il territorio che la Provvidenza
ci ha affidato. Ricordando i tanti drammi generati da fenomeni violenti – ultimo caso:
il crollo di una casa in Sicilia con la morte di due bimbe – il cardinale Bagnasco
ha evidenziato i tanti dissesti e incurie dipendenti dall’uomo, dal mancato rispetto
dei vincoli o dalla sottovalutazione dei pericoli. La Chiesa ricorda alle istituzioni
l’impegno più volte assunto nella tutela del territorio:
“Bisogna essere
consapevoli che a tutt’oggi ci sono anche allarmi inascoltati e segnalazioni non raccolte,
quasi che la prevenzione, soprattutto quella mirata, non fosse l’unica via da battere
se si vuole evitare ad una popolazione come la nostra una successione macabra di tragedie”.
Parole
anche sull’anno sacerdotale in corso con l’avvertimento: “si può anche predicare in
modo ricorrente sul Dio amore, ma dimostrare che la propria vita non si fonda su questa
esperienza. Ai sacerdoti il cardinale Bagnasco indica l’esempio di Paolo VI, un Papa
da riscoprire, e la “scuola di predicazione” di Benedetto XVI, ricordando come dopo
essere stato spinto per terra la notte di Natale il Papa si sia rialzato incedendo
tranquillamente verso l’altare:
“E’ una circostanza che ha finito per
conferire uno stigma ancora più forte alla predicazione papale: ‘Dio è importante,
la realtà più importante in assoluto nella nostra vita’”.
Neppure l’uomo
di oggi riesce ad accantonare la questione di Dio – ha proseguito il presidente della
Cei – ciascuno è chiamato a respingere le intimidazioni del secolarismo. C’è una cultura
pubblica, ha denunciato il porporato, che punta all’estraneazione, alla sottovalutazione,
quando non all’irrisione del fenomeno religioso: ne è segno l’inaccettabile vicenda
della sentenza di Strasburgo sul Crocifisso. Il cardinale Bagnasco ha esortato infine
i cristiani a trovare modalità nuove di attenzione verso i non credenti e ha auspicato
nuovi sviluppi per la filosofia, chiamata a recuperare le propria rilevanza civile,
quale forma della ricerca del vero.