Italia: i funerali a Favara delle due sorelline morte nel crollo della loro casa
“Questa è una città generosa. Lo è sempre stata e lo dimostra ancora di più in questa
tragica occasione. E’ però una città disastrata. Favara ha bisogno di aiuto e che
Dio perdoni tutti noi che oggi piangiamo e preghiamo per Marianna e Chiara. Dio non
ha abbandonato il suo popolo e i politici, che sono stati scelti dal popolo, non dovrebbero
abbandonare coloro che sono rimasti indietro e i più poveri”. E' uno dei passaggi
dell'omelia pronunciata dall'arciprete di Favara don Mimmo Zambito ai funerali di
Marianna e Chiara Bellavia, le due sorelle morte sabato scorso nel crollo della loro
casa in piazza del Carmine a Favara. Nel corso della celebrazione - riferisce l'agenzia
Sir - anche il ricordo della catechista di Marianna, che ha parlato a nome della comunità
del Carmine: "Avevi 8 anni quando il Signore ti ha affidata a me, e adesso proseguivi
il tuo percorso di fede, accingendoti a ricevere, il prossimo anno, il sacramento
della Cresima – ha detto - ma ora hai raggiunto la piena conoscenza di Dio e stai
contemplando il suo volto. Sarai sempre nei nostri cuori, così come la tua sorellina
Chiara". Fra la gente di Favara, seduto, con gli occhi fissi sull’altare e sulle due
bare, per tutto il tempo della celebrazione è rimasto l’arcivescovo di Agrigento,
monsignor Francesco Montenegro, fisicamente vicino alla famiglia. Un lunghissimo applauso
ha salutato l'uscita dalla Chiesa Madre delle bare bianche portate in spalla da uomini
della protezione civile e dei vigili del fuoco. "Quanto accaduto a Favara, purtroppo,
fa tornare alla ribalta le condizioni in cui si trovano molti luoghi della Sicilia,
che sta venendo fuori da anni di degrado e di miseria, con la mafia che ha fatto pressioni
sulle amministrazioni comunali". Lo ha detto il prefetto di Agrigento, Umberto Postiglione,
presente ai funerali, nella chiesa madre di Favara. E’ stato aperto un conto corrente
per raccogliere fondi in favore della famiglia Bellavia, che sta in queste ore ricevendo
la solidarietà concreta di tanta gente. (R.P.)