2010-01-25 14:31:52

Haiti: apre la Conferenza dei Paesi donatori


Si apre oggi a Montreal, in Canada, la Conferenza dei Paesi donatori per coordinare le operazioni di soccorso ad Haiti. Al vertice, il primo dal sisma del 12 gennaio, partecipano anche il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ed il premier di Haiti, Jean-Max Bellerive. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Il vertice è l’occasione per fare il punto sulle operazioni umanitarie e preparare il terreno per una conferenza allargata in vista della ricostruzione. Nel Paese caraibico, intanto, i senzatetto sono almeno 250 mila e altri 200 mila residenti di Port-au-Prince hanno abbandonato la capitale per trasferirsi in zone limitrofe. Ogni giorno, si formano lunghe file di persone bisognose di aiuti e assistenza davanti ai punti di distribuzione gestiti dall’Onu e da organizzazioni non governative. Ecco alcune testimonianze raccolte dalla televisione pubblica spagnola Tve:

R. – Son dos semanas…
“Sono due settimane che siamo in casa senza soldi, senza cibo e senza niente per vivere. E’ per questo che veniamo per avere dei soldi”.

 
R. – Nosostros semos victimas…
“Noi siamo vittime … stiamo qui per cercare di trovare qualcosa da mangiare, perché finora non sono arrivati gli aiuti. Ci sono molte persone che stanno aspettando acqua, cibo e un posto dove dormire. Arriviamo qui per cercare qualcosa da mangiare, dell’acqua e un lavoro. Non stiamo facendo disordini!”.

La macchina degli aiuti continua ad operare tra enormi difficoltà. Tra le organizzazioni presenti ad Haiti c’è Terre des Hommes, collegata all’agenzia Agire. Ascoltiamo Paolo Ferrara, di Terre des Hommes, raggiunto telefonicamente da Massimiliano Menichetti a Les Cayes, località a 150 chilometri da Port-au-Prince:RealAudioMP3

R. – Il nostro staff ha lavorato all’accoglienza di circa 50 mila sfollati. Abbiamo riorganizzato l’ospedale pubblico e abbiamo riorganizzato le tendopoli e provveduto ad una distribuzione di cibo in quella zona.

 
D. – Si lamenta la mancanza di cibo, acqua e medicinali. Quale è la situazione?

 
R. – Sono arrivati nuovi farmaci che ci permettono di continuare le operazioni in maniera idonea. In questo momento è l’acqua uno dei punti nodali, perché è difficilissimo recuperare l’acqua, e l’altro punto nodale è sicuramente il cibo.

D. – In quali altri settori siete impegnati?

 
R. – Stiamo iniziando anche a lavorare a Léogane, Petit Goave e Grand Goave, in quattro delle tendopoli che sono state allestite fuori da Port-au-Prince. Léogane è il posto che ha risentito di più del terremoto: circa l’80 per cento delle costruzioni sono state distrutte. Qui offriremo supporto psico-sociale ai bambini e soprattutto accesso all’acqua.

 
D. – C’è tensione tra la popolazione?

R. – La popolazione è allo stremo e la mancanza di cibo ovviamente scatena pulsioni. Molti prevedono che nei prossimo giorni ci saranno tensioni. Ora stiamo lavorando qui con suor Marcella e padre Giuseppe, che erano già presenti da anni ad Haiti, per cercare di organizzare una distribuzione di cibo.

Sulla situazione ad Haiti, Alessandra De Gaetano ha raccolto la testimonianza di Edouard Jeune Joseph, scampato alla tragedia perché al momento della scossa del 12 gennaio si trovava all’estero per motivi di studio: RealAudioMP3

R. – En parlant des propositions concrètes…
“Parlando delle proposte concrete, credo sia necessario anzitutto pensare a rendere accessibile l’acqua, il cibo e l’assistenza sanitaria perché coloro che sono sopravvissuti stanno vivendo delle gravi mancanze per quanto riguarda proprio l’acqua, il cibo, le cure sanitarie. Ci sono inoltre ad Haiti focolai di epidemie. Abbiamo bisogno quindi anche di un grande aiuto dal punto di vista sanitario. E’ anche necessario pensare agli aiuti a lungo termine, soprattutto per la situazione degli alloggi. Questo dovrebbe anzi rappresentare un obiettivo sia a breve sia a lungo termine: è necessaria la costruzione di alloggi provvisori, perché la gran parte dei sopravvissuti vive ancora in strada, spesso accanto a corpi in decomposizione. Questo potrebbe poi costituire la base per la costruzione di nuove case. La stessa priorità riguarda l’aspetto educativo e formativo”.

 
D. – Lei ha da poco saputo che i suoi genitori sono vivi. In base alle informazioni ricevute dai suoi parenti, quali sono ad oggi le stime sul bilancio delle vittime?

 
R. – J’ai parlé a mes parentes, hier soir encore…
Ho parlato con i miei genitori e mi hanno detto che ogni sopravvissuto ha perso almeno cinque persone tra parenti e amici. Vista poi la poca accessibilità all’acqua, al cibo e all’assistenza sanitaria, il bilancio di questa catastrofe rischia di arrivare a 300 mila vittime.







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