Dopo la presentazione, martedì scorso, dei Lineamenta, cresce l’attesa per il prossimo
Sinodo sul Medio Oriente
C’è grande attesa per la prossima Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo
dei Vescovi, che si terrà dal 10 al 24 ottobre, in particolare da quando, martedì
scorso, sono stati presentati i Lineamenta, che focalizzano le tematiche. L’Assemblea
ha per titolo: “La Chiesa Cattolica nel Medio Oriente: Comunione e testimonianza.
"La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo ed un’anima
sola”. Degli obiettivi Romilda Ferrauto ha parlato con mons. Nikola Eterović,
segretario generale del Sinodo dei Vescovi:
R. – Vuole
manifestare la vicinanza alle care comunità cattoliche del Medio Oriente e appoggiare
il loro pellegrinaggio in questa situazione abbastanza delicata perché possano diventare
sempre più coscienti della loro missione cristiana, della loro importanza nella vita
delle loro Chiese in Medio Oriente.
D. - Comunione
e testimonianza, dunque, sono le due parole chiave di questo documento…
R.
– I cristiani che grazie a Dio vivono in questa terra che è la terra di Gesù vogliono
continuare a vivere in uno spirito positivo, aperto al dialogo. Ma anche nelle nuove
situazioni che si stanno sviluppando i cristiani hanno un ruolo fondamentale da giocare.
Sia a livello della Chiesa universale ma anche dei Paesi singoli in cui vivono, sono
chiamati ad essere testimoni sempre più autentici e maturi di Gesù Cristo per dare
un loro contributo proprio all’edificazione di un mondo migliore, di una società sempre
più rispettosa di tutti nella diversità dei doni, dei carismi, delle esperienze religiose
per il bene comune.
D. - Si può dire che la parola
testimonianza esprima anche la volontà della Chiesa di spingere i fedeli a rimanere,
malgrado le difficoltà. Perché c’è sempre il dilemma se aiutarli ad essere accolti
in altri Paesi o se invece aiutarli a rimanere. Ma, forse, bisogna aiutarli a rimanere…
R.
– Ogni cristiano, con l’aiuto della Chiesa universale, va aiutato a scoprire la propria
missione a rimanere nei luoghi d’origine. Ovviamente in una situazione che speriamo
evolva in senso positivo, democratico, che ci sia la pace nella giustizia e che anche
coloro che sono attualmente nella diaspora possano pian piano ritornare in queste
terre così care a tutto il mondo cristiano.
D. -
Si sa già se esponenti di altre religioni saranno presenti a questo Sinodo?
R.
– Stiamo studiando i criteri anche per coinvolgere rappresentanti del mondo ebraico
e musulmano al Sinodo. Credo che, con l’approvazione e l’incoraggiamento del Santo
Padre, troveremo un modo appropriato per coinvolgere anche altre chiese cristiane.
Naturalmente saranno presenti come delegati fraterni ma ci saranno anche rappresentanti
del mondo ebraico e musulmano.
D. - C’è già stato
un rappresentante ebraico in un sinodo, ma i musulmani?
R.
– Ci sono stati musulmani anche nel Sinodo per il Libano e credo sia stata un’esperienza
positiva. La Santa Sede, la Chiesa cattolica, promuove il dialogo, soprattutto il
dialogo con rappresentanti delle grandi religioni monoteistiche per conoscersi meglio.
E uno dei suggerimenti, anche dei nostri patriarchi e altri vescovi che hanno partecipato
al Consiglio pre-sinodale, è stato di favorire una mutua conoscenza anche per mezzo
dei mass media, di documenti, presentando oggettivamente sia il cristianesimo sia
l’islam sia l’ebraismo. La gente dovrebbe avere un’idea autentica di ogni religione,
conoscerla meglio, apprezzare e vedere non solo le differenze ma anche gli elementi
comuni per accettarsi meglio, per rispettarsi e per collaborare in tanti campi soprattutto
quello della promozione sociale, cominciando dal comune desiderio della pace nella
giustizia.
D. - Eccellenza, vuole lanciare un messaggio
ai cristiani del Medio Oriente?
R. - Credo che bisogna
ringraziare la Divina Provvidenza per la presenza continua dei cristiani dal tempo
di Gesù fino a oggi. A volte noi dimentichiamo il miracolo della bontà di Dio che
ha voluto tale presenza continua nonostante i molti difficili periodi della storia.
I cristiani hanno avuto la saggezza necessaria per vivere in vari regimi durante i
secoli, di attraversare tutte le difficoltà e questo ci dà anche la speranza che potranno
superare le attuali difficoltà. D’altra parte, esiste anche un fenomeno recente, per
noi cristiani positivo, di una immigrazione di tanti operai che vengono in Paesi in
forte sviluppo e dove la presenza cristiana prima era minima o quasi non esisteva.
Noi, dunque, da una parte siamo anche grati a Dio perché dà alla sua Chiesa, al mondo
cristiano, questa possibilità di testimoniare la fede cristiana là dove prima non
era presente. Dunque è lo spirito che scrive, a modo suo, una nuova pagina della storia
della Chiesa, della storia del Cristianesimo, della storia dell’umanità. Noi dovremmo
essere attenti ai segni dei tempi e essere strumenti utili a questa grande opera di
Dio che è cominciata in Terra Santa, che continua in Terra Santa e che si riflette
su tutta la Chiesa e possiamo dire su tutto il mondo.(Montaggio a cura di
Maria Brigini)