Abbandonati alla propria sorte. Questa la situazione dei seminaristi di Haiti, dopo
che il terremoto del 12 gennaio ha provocato la distruzione del seminario nazionale
di Port-au-Prince. L’associazione caritativa internazionale “Aiuto alla Chiesa che
soffre” (ACS), informa che nel Paese, su poco più di 250 studenti, sono morti almeno
30 seminaristi, non solo diocesani, ma anche religiosi. Come ha riferito all’agenzia
Zenit Xavier Legorreta, responsabile degli aiuti all’America Latina per ACS, una delle
necessità più impellenti è offrire i mezzi necessari per ricostruire la comunità dei
seminaristi. Seminaristi che hanno perso tutto, quindi diventa indispensabile “non
solo l'assistenza medica – ha dichiarato il vescovo di Fort-Liberté, mons. Chibly
Langlois - ma anche l'aiuto finanziario in modo che possano procurarsi indumenti di
ricambio ed altri generi di prima necessità”. ACS ha già inviato ad Haiti 100.000
dollari, rispondendo all’appello lanciato da mons. Louis Kébreau, arcivescovo di Cap
Haitien e presidente della Conferenza episcopale haitiana. Altri aiuti arriveranno
e l’opera assistenziale sarà coordinata con il nunzio apostolico nel Paese, mons.
Bernardito Auza, il quale ha consegnato ad ACS un elenco delle perdite più gravi che
ha subito la Chiesa di Haiti. (F.C.)