I sacerdoti annuncino Cristo nel continente digitale dando un’anima al web: così il
Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali
Un appello forte ai sacerdoti perché annuncino il Vangelo anche nel continente digitale:
lo lancia il Papa nel Messaggio per la 44.ma Giornata mondiale delle comunicazioni
sociali che si svolgerà domenica 16 maggio sul tema “Il sacerdote e la pastorale nel
mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”. Il documento è stato presentato
stamani nella Sala Stampa vaticana alla vigilia della memoria di San Francesco di
Sales, patrono della stampa cattolica, e nel contesto dell’Anno Sacerdotale. Una breve
sintesi del Messaggio del Papa in questo servizio di Sergio Centofanti:
Il web è
“ormai uno strumento indispensabile” per l’annuncio del Vangelo: Benedetto XVI esorta
con forza i sacerdoti ad essere testimoni di Gesù fino agli estremi confini della
terra esplorando anche il mondo digitale. Per il sacerdote – scrive il Papa – si tratta
di comprendere di essere all’inizio di una “storia nuova” in cui “la responsabilità
dell'annuncio non solo aumenta, ma si fa più impellente e reclama un impegno più motivato
ed efficace”: è così necessario occuparsi pastoralmente delle moderne tecnologie della
comunicazione “moltiplicando il proprio impegno, per porre i media al servizio della
Parola”. “Nessuna strada, infatti – sottolinea il Messaggio - può e deve essere preclusa
a chi, nel nome del Cristo risorto, si impegna a farsi sempre più prossimo all'uomo”.
Non si tratta semplicemente di occupare il web – è un rischio da evitare afferma il
Papa – ma di “dare un’anima” al mondo digitale “nella costante fedeltà al messaggio
evangelico” che chiede al sacerdote di attuare il suo compito primario: “quello di
annunciare Cristo”.
Benedetto XVI pensa ai giovani
che vivono all'interno di “grandi cambiamenti culturali” e chiede ai sacerdoti “un'attenzione
particolare a chi si trova nella condizione di ricerca”, a “quanti non credono” o
“sono sfiduciati ed hanno nel cuore desideri di assoluto e di verità non caduche”.
Ipotizza quindi che il web possa diventare “una casa di preghiera per tutti i popoli”,
una sorta di “cortile dei gentili” del Tempio di Gerusalemme, dove entrare in contatto
con “coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto”. “Anche nel mondo digitale –
scrive il Pontefice - deve emergere che l'attenzione amorevole di Dio in Cristo per
noi non è una cosa del passato e neppure una teoria erudita, ma una realtà del tutto
concreta e attuale”: occorre mostrare “all'umanità smarrita di oggi, che Dio è vicino;
che in Cristo tutti ci apparteniamo a vicenda”.
Certo
– sottolinea il Papa riferendosi ai rischi del mondo virtuale – “non bisogna dimenticare
che la fecondità del ministero sacerdotale deriva innanzitutto dal Cristo incontrato
e ascoltato nella preghiera; annunciato con la predicazione e la testimonianza della
vita; conosciuto, amato e celebrato nei Sacramenti, soprattutto della Santissima Eucaristia
e della Riconciliazione”. Ma il web – conclude - resta “una grande opportunità per
i credenti” offrendo “prospettive sempre nuove e pastoralmente sconfinate” per diventare
“testimoni, nel mondo d'oggi, della vita sempre nuova, generata dall'ascolto del Vangelo
di Gesù, il Figlio eterno venuto fra noi per salvarci”.
Alla
conferenza in Sala Stampa vaticana per la presentazione del Messaggio sono intervenuti
mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali e mons. Paul Tighe, segretario del medesimo dicastero. La conferenza è stata
moderata da padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
Nella nuova
agorà del web, il sacerdote, ma anche i laici, sono chiamati a testimoniare che Dio
è vicino all’uomo smarrito di oggi. E’ quanto sottolineato dall’arcivescovo Claudio
Maria Celli, che ha richiamato l’auspicio del Papa in favore di una “diaconia della
cultura digitale”. Il Pontefice, ha ribadito il presule, dà una “valutazione positiva”,
“consapevole” e “non ingenua” delle nuove tecnologie. Ed ha quindi offerto la sua
riflessione su Internet, che il Papa ha indicato come nuovo “cortile dei gentili”
dove è possibile incontrare i non credenti:
“Penso
ai nostri media: dovremmo veramente essere aperti vicini a quanti non credono, sfiduciati,
ma nel cuore hanno desideri di assoluto e di verità non caduchi. Un contatto con credenti
di ogni religione, con non credenti, con persone di ogni cultura, anche coloro per
i quali Dio è ancora uno sconosciuto. Comprendiamo tramite questo messaggio ciò che
il Papa pensa nel servizio dei media che fanno riferimento a una dimensione cattolica:
ci accorgiamo che gli spazi sono aperti. Il Papa invita a dialogare con ogni uomo”.
Anche
nel contesto del web, ha proseguito mons. Celli, i sacerdoti devono essere appassionati
annunciatori del Vangelo. La “pastorale digitale”, ha avvertito, non deve dunque togliere
tempo ai compiti primari che il sacerdote, piuttosto che il seminarista, è chiamato
ad assolvere:
“Una parrocchia virtuale non potrà
mai sostituirsi a un incontro dell’uomo con quella che è la comunità degli uomini
che camminano insieme a lui e ritrovano il senso profondo di un incontro con la Parola
nell’ascolto e nel servizio, poi, concreto della vita”.
D’altro
canto, il capo dicastero si è augurato che venga superata quella “mentalità parrocchiale”,
che a volte caratterizza l’atteggiamento dei sacerdoti di fronte ad Internet e ai
nuovi media. “La mia parrocchia: il mondo”, ha detto il presule riprendendo il titolo
di una celebre opera di Yves Congar. Quindi, rispondendo alle domande dei giornalisti,
si è soffermato sulla situazione in quei Paesi dove la libertà di accesso a Internet
è a volte ostacolata. Ed ha espresso un auspicio:
“Direi
che è verissimo come il desiderio nostro è che si possa sempre più godere di una libertà
per annunciare. Quante volte anche a me è toccato durante la mia attività come sottosegretario
della Sezione per i rapporti con gli Stati chiarire ogni volta che non volevamo privilegi
ma volevamo solamente che alla comunità cattolica fosse concessa la libertà di essere
ciò che è”.
Al riguardo, mons. Celli ha dichiarato
con soddisfazione che, nonostante tutto, in Cina si stanno diffondendo diversi siti
web cattolici. L’arcivescovo Celli non ha poi disconosciuto che esiste oggi nella
Chiesa un divario digitale tra le vecchie e nuove generazioni di sacerdoti:
“Nella
formazione sacerdotale bisogna dare uno spazio alla comprensione, quindi all’uso opportuno
e competente dei media; il che vuol dire quindi che ci deve essere un tempo dedicato
perché questo possa avvenire e quindi nella conoscenza delle nuove tecnologie ma soprattutto
nella consapevolezza di cosa significa oggi comunicazione oggi nella Chiesa”.
Al
tempo stesso, ha affermato che un altro tema molto presente nelle riflessioni del
Pontificio Consiglio è quello del linguaggio da utilizzare per raggiungere i fedeli
attraverso i nuovi media. Mons. Celli ha inoltre annunciato che quest’anno si terrà
un Congresso sulla stampa cattolica, promosso dal suo dicastero. In conferenza stampa
è stato infine rivelato che il sito web “Pope2you”, lanciato nel maggio dell’anno
scorso, ha raggiunto i due milioni di contatti.