Il superiore dei Clarettiani nelle Antille: tutto distrutto ma rimane il nostro popolo!
Padre Hector Cuadrado, superiore dei Clarettiani nelle Antille, si è recato ad Haiti
per prendere direttamente visione della situazione. Insieme a padre Alexis è partito
da Santo Domingo, costatando che già alla frontiera vengono assistiti molti feriti.
Secondo il suo racconto, inviato all’Agenzia Fides, per arrivare a Port-au-Prince
hanno viaggiato 3 ore in macchina (il doppio di quanto sarebbe normale). Nel centro
della capitale haitiana, hanno visto che la maggior parte degli edifici sono stati
distrutti. A Delmas hanno trovato i loro confratelli (i padri Anistus y Beauplan),
che hanno espresso sentimenti contrastanti: il dolore, la frustrazione, la confusione,
la gioia di vederli, la gratitudine. Padre Cuadrado ha raccontato: “i nostri dormono
all'aperto, nel cortile, dove hanno ospitato anche alcuni conoscenti e vicini di casa
che hanno perso tutto.” Nella parrocchia di Sant'Antonio Maria Claret, i religiosi
si sono trovati dinanzi una scena di distruzione: 10 anni di lavoro buttati a terra
dalla forza della natura. Ma ciò che è essenziale rimane: "sono il nostro popolo,
il nostro popolo!" La gente cammina senza meta per le strade, improvvisando dei rifugi
nei parchi, nei terreni, nei parcheggi, nelle stazioni di servizio. Molti seminaristi
haitiani non sanno nulla circa la sorte delle loro famiglie, è una situazione molto
difficile per loro. I Clarettiani sono una comunità molto importante soprattutto in
questo momento, perché si trovano a Jimanì, una città di confine, probabilmente il
più importante punto di passaggio di frontiera tra la Repubblica Dominicana e Haiti.
E proprio qui che i Missionari Clarettiani, quasi tre anni fa, hanno stabilito un
nuovo centro missionario, accettando la cura pastorale di due grandi parrocchie rurali
(Jimaní e La Descubierta), in quello che viene spesso chiamato "Sur Profundo", caratterizzato
sopratutto da estrema povertà, mancanza di sviluppo e benessere sociale. Alcuni locali
che i Clarettiani della Repubblica Dominicana avevano di recente inaugurato, sono
diventati ora un centro di accoglienza per i feriti che hanno bisogno di cure mediche.
Due medici e due infermieri provenienti da Porto Rico aiutano i professionisti dominicani
in questa missione di solidarietà. Nei prossimi giorni arriveranno più di dieci medici.
(S.C.)