2010-01-22 15:44:00

Aereo ultraleggero in dono a un vescovo per la sua missione in Congo


“Una rondine non fa primavera, un aereo per il Congo sì”: si chiama così l’originale iniziativa di solidarietà che vivrà il suo momento clou domenica prossima all’aeroporto dell’Urbe a Roma. Nell’ambito della manifestazione “Gate XXI”, verrà infatti consegnato a mons. Fridolin Ambongo, vescovo della diocesi congolese di Bokungu-Ikelamons, un velivolo ultraleggero. L’iniziativa è nata grazie all’associazione “Amici del Buon Pastore” dell’Opam e soprattutto ad Unica, l’Unione Nazionale Italiana Comparto dell’Aviazione privata. Al presidente onorario di Unica, il prof. Leonardo Di Paola, Alessandro Gisotti ha chiesto come sia nata questa iniziativa e quali siano le sue finalità:RealAudioMP3

R. – Tempo fa, mi è capitato di incontrare mons. Ambongo, un vescovo africano, il quale nel raccontarmi le sue attività e la sua missione pastorale, lamentava il fatto che per raggiungere la sua diocesi, impegnava circa un paio di settimane ad un costo di circa 5 mila dollari per trasferimento. Il che vuol dire che la metà del suo tempo la passa in battello, piroga, pullman … Riflettendo, ho detto: con un aeroplano ultraleggero, puoi fare lo stesso percorso in una giornata al costo di 300 euro. Ci è venuta così l’idea di regalargli un aeroplano per risolvere i suoi problemi.
 
D. – La domanda che nasce spontanea è: chi guiderà questo aereo?
 
R. – Mons. Ambongo, sposata l’idea, ha mandato un frate cappuccino il quale è ospite da noi da due mesi e già vola da solo, e fra un mese – quando rientrerà giù – sarà in grado di portarsi l’aeroplano direttamente in Congo, accompagnato da noi e da una nostra logistica. Chi lo riparerà? Questo frate cappuccino è stato scelto perché, oltre ad essere una persona duttile ha pure capacità da meccanico. Riparare un aeroplano di questo genere è come mantenere o riparare una motocicletta.
 
D. – Ovviamente, si tratta di velivoli che possono atterrare anche in condizioni non paragonabili ai nostri aeroporti …
 
R. – Hanno una duttilità che ha del sorprendente: sono aeroplani che atterrano a 50 all’ora, su un prato normale, il che vuol dire in estrema sicurezza con minime sollecitazioni. Questo aeroplano mi auguro che possa stimolare altre opportunità di solidarietà da parte di aziende che producono aeroplani e quindi iniziare quel percorso che può far primavera anche in Congo.







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