Aereo ultraleggero in dono a un vescovo per la sua missione in Congo
“Una rondine non fa primavera, un aereo per il Congo sì”: si chiama così l’originale
iniziativa di solidarietà che vivrà il suo momento clou domenica prossima all’aeroporto
dell’Urbe a Roma. Nell’ambito della manifestazione “Gate XXI”, verrà infatti consegnato
a mons. Fridolin Ambongo, vescovo della diocesi congolese di Bokungu-Ikelamons, un
velivolo ultraleggero. L’iniziativa è nata grazie all’associazione “Amici del Buon
Pastore” dell’Opam e soprattutto ad Unica, l’Unione Nazionale Italiana Comparto dell’Aviazione
privata. Al presidente onorario di Unica, il prof. Leonardo Di Paola, Alessandro
Gisotti ha chiesto come sia nata questa iniziativa e quali siano le sue finalità:
R. – Tempo
fa, mi è capitato di incontrare mons. Ambongo, un vescovo africano, il quale nel raccontarmi
le sue attività e la sua missione pastorale, lamentava il fatto che per raggiungere
la sua diocesi, impegnava circa un paio di settimane ad un costo di circa 5 mila dollari
per trasferimento. Il che vuol dire che la metà del suo tempo la passa in battello,
piroga, pullman … Riflettendo, ho detto: con un aeroplano ultraleggero, puoi fare
lo stesso percorso in una giornata al costo di 300 euro. Ci è venuta così l’idea di
regalargli un aeroplano per risolvere i suoi problemi. D. –
La domanda che nasce spontanea è: chi guiderà questo aereo? R.
– Mons. Ambongo, sposata l’idea, ha mandato un frate cappuccino il quale è ospite
da noi da due mesi e già vola da solo, e fra un mese – quando rientrerà giù – sarà
in grado di portarsi l’aeroplano direttamente in Congo, accompagnato da noi e da una
nostra logistica. Chi lo riparerà? Questo frate cappuccino è stato scelto perché,
oltre ad essere una persona duttile ha pure capacità da meccanico. Riparare un aeroplano
di questo genere è come mantenere o riparare una motocicletta. D.
– Ovviamente, si tratta di velivoli che possono atterrare anche in condizioni non
paragonabili ai nostri aeroporti … R. – Hanno una duttilità
che ha del sorprendente: sono aeroplani che atterrano a 50 all’ora, su un prato normale,
il che vuol dire in estrema sicurezza con minime sollecitazioni. Questo aeroplano
mi auguro che possa stimolare altre opportunità di solidarietà da parte di aziende
che producono aeroplani e quindi iniziare quel percorso che può far primavera anche
in Congo.