Nigeria: a Jos migliaia di sfollati. Crescono i dubbi sulla natura religiosa degli
scontri
È tragica la situazione della popolazione di Jos, in Nigeria, dove nei giorni scorsi
vi sono stati pesanti scontri tra cristiani e musulmani. Lo ha riferito all’agenzia
Misna la portavoce nigeriana del Comitato internazionale della croce rossa, Blessing
Ejifor. “Il nostro compito principale – ha detto la responsabile – è consegnare acqua
e cibo agli sfollati, accampati in scuole, commissariati, campi improvvisati, chiese
e moschee”. Sono quasi 18.000 le persone costrette a lasciare le loro case, ma è ancora
presto per tracciare un bilancio del numero delle vittime. Secondo alcuni testimoni
citati da fonti di stampa internazionale sarebbero diverse centinaia, mentre per le
forze dell’ordine del Paese sarebbero solo alcune decine. Intanto a Jos, capoluogo
dello stato di Plateau, dopo l’arrivo di sei unità dell’esercito e di centinaia di
poliziotti, il coprifuoco totale imposto martedì è stato ridotto alle ore serali e
notturne. Sull’origine delle violenze, si moltiplicano le voci che contestano la tesi
dello scontro a carattere religioso tra cristiani e musulmani. “Le fedi non c’entrano
nulla”, ha sostenuto Lateef Adegbite, segretario generale del Consiglio supremo della
Nigeria per gli affari islamici. Simile la lettura di Ibrahim Yakubu Lame, ministro
della Polizia: “qualcuno – ha detto – sfrutta l’ignoranza e la povertà della popolazione
per alimentare la confusione nel nome della religione e dell’appartenenza etnica”.
“La diffusione di notizie incontrollate incita gli animi delle persone e alimenta
la violenza. Occorre fare attenzione a rilanciare notizie non verificate” ha dichiarato
all’agenzia Fides mons. Ignatius Ayau Kaigama, arcivescovo di Jos. Per porre fine
alle violenze ieri alcuni leader cristiani (tra cui Mons. Kaigama) e musulmani hanno
tenuto un incontro. “Lunedì prossimo si riunirà il comitato congiunto islamico- cristiano
per valutare la situazione e prendere provvedimenti per evitare che simili episodi
si ripetano” ha concluso Mons. Kaigama. (F.C.)