Memoria di Sant'Agnese: presentati al Papa due agnelli, la cui lana servirà a tessere
i sacri pallii per i nuovi arcivescovi metropoliti
L’odierna memoria liturgica di Sant’Agnese ha visto compiersi il tradizionale rito
della presentazione al Papa di due agnelli, benedetti questa mattina nella Basilica
sulla Via Nomentana intitolata alla vergine e martire romana. La loro lana servirà
per la tessitura dei sacri pallii, le insegne onorifiche che saranno consegnate dal
Pontefice ai nuovi arcivescovi metropoliti il prossimo 29 giugno, solennità dei Santi
Pietro e Paolo. Il servizio di Sergio Centofanti: La
breve cerimonia si è svolta, come di consueto, nella Cappella intitolata a Urbano
VIII nel Palazzo Apostolico. Il pallio è una fascia di lana bianca su cui spiccano
sei croci di seta nera: è un’insegna liturgica d’onore e di giurisdizione, simbolo
del particolare legame che unisce gli arcivescovi metropoliti al Successore di Pietro.
Si tratta di una tradizione che affonda le sue radici nel martirio di Sant’Agnese,
fanciulla romana, martirizzata durante la persecuzione di Decio o di Diocleziano,
tra il III e il IV secolo, per avere testimoniato Cristo in un periodo in cui molti
fedeli rinnegavano la fede per salvare la propria vita. Agnese, appena dodicenne,
non rinnegò Gesù e fu trafitta con un colpo di spada alla gola, nel modo con cui si
uccidevano gli agnelli. Per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con un agnello,
simbolo di Cristo crocifisso per la salvezza dell’umanità. La liturgia odierna ci
ricorda che Dio rivela nei deboli la sua potenza e dona agli inermi la forza del martirio:
è lo scandalo della Croce, come sottolinea Benedetto XVI:
“Lo
‘scandalo’ e la ‘stoltezza’ della Croce stanno proprio nel fatto che laddove sembra
esserci solo fallimento, dolore, sconfitta, proprio lì c'è tutta la potenza dell'Amore
sconfinato di Dio, perché la Croce è espressione di amore e l’amore è la vera potenza
che si rivela proprio in questa apparente debolezza”. (Udienza generale del 29 ottobre
2008)
Niente ci potrà separare dall’amore di
Cristo – afferma San Paolo nella prima Lettura della Messa per Sant’Agnese: non le
persecuzioni, non i pericoli, non la morte. “Per causa tua – dice a Gesù l’Apostolo
delle Genti - siamo messi a morte tutto il giorno, siamo trattati come pecore da macello”.
E il Papa invita tutti i credenti a testimoniare la fede senza compromessi:
“Il
martire cristiano attualizza la vittoria dell’amore sull’odio e sulla morte. Preghiamo
per quanti soffrono a motivo della fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. Maria Santissima,
Regina dei Martiri, ci aiuti ad essere testimoni credibili del Vangelo, rispondendo
ai nemici con la forza disarmante della verità e della carità”. (Angelus del 26 dicembre
2007)