Il Vangelo e i giovani al centro delle Giornate di Spiritualità Salesiana a Roma
Si ispirano all’evangelizzazione quest’anno le Giornate di Spiritualità della Famiglia
Salesiana che cominciano oggi a Roma al Salesianum. Giunte alla 28.ma edizione, si
svilupperanno sull’annuale riflessione del rettore maggiore dei salesiani don Pascual
Chávez Villanueva - la cosiddetta strenna - che in questo 2010 ha come titolo “Signore
vogliamo vedere Gesù”. Ma cosa vogliono proporre queste giornate salesiane? Tiziana
Campisi lo ha chiesto a don Adriano Bregolin, vicario del rettore maggiore
dei salesiani:
R. – Le
Giornate di Spiritualità Salesiane sono un momento di incontro dei 28 gruppi della
famiglia salesiana, ovviamente attraverso alcuni rappresentanti. I partecipanti sono
circa 320 e durante queste Giornate, soprattutto nelle ultime edizioni, il nostro
punto di attenzione e di riflessione è stata la strenna del Rettore Maggiore dei Salesiani.
La strenna è come un tema che unifica nella riflessione e nell’impegno tutti quanti
i gruppi. Quest’anno la strenna del rettor maggiore ci orienta, con forza e con entusiasmo,
ad una riflessione che invita a proporre nuovamente il Vangelo ai giovani. Durante
queste Giornate avremo dei momenti di proposta attraverso delle conferenze che normalmente
sono di tipo sociologico, biblico e pastorale. Poi ci sono dei laboratori, degli spazi
meeting ed anche dei momenti di condivisione, oltre che di festa.
D.
– Dalla riflessione all’azione. Giornate che servono anche per prepararvi all’incontro
con i giovani. Come rispondono i giovani quando proponete loro queste riflessioni?
R.
– La famiglia salesiana lavora a livello mondiale in 130 Paesi circa del mondo e si
possono osservare situazioni molto differenti. Penso che la sfida più importante sia
in Europa dove dobbiamo risvegliare il desiderio della conoscenza del Vangelo nei
giovani. Per questa ragione, quest’anno proprio la prima Conferenza è incentrata sull’ascolto
dei desideri dei giovani; al di là di quelli che sono i loro atteggiamenti e i loro
comportamenti, c’è infatti una invocazione di spiritualità, di risposte profonde,
c’è il loro desiderio di senso di vita e desiderio di impegno. Magari non è esplicitato
in una ricerca di Dio ma lo è in maniera sommessa attraverso proprio il loro desiderio
profondo. Altri contesti sono, per esempio, quello asiatico dove la proposta del Vangelo
si deve coniugare con la presenza di grandi religioni tradizionali e qui bisogna trovare
una strada di dialogo, partendo da quegli elementi che possono essere molto vicini
al Vangelo. E’ ovviamente una strada per far conoscere Gesù Cristo. Un contesto ancora
diverso è quello dell’America Latina dove c’è una forte religiosità popolare, ma c’è
bisogno di profondità nell’ascolto del Vangelo: è quindi necessario educare i giovani
ad una conoscenza approfondita e non solamente epidermica e superficiale del Vangelo.
Lo stesso possiamo dire per quanto riguarda il contesto dell’Africa.