Il Parlamento europeo chiede di tutelare nel mondo la libertà di religione
La libertà di pensiero, di coscienza e di religione costituiscono nel loro insieme
“un diritto umano fondamentale, garantito dagli strumenti giuridici internazionali”.
Per tale ragione - riferisce l'agenzia Sir - l’Europarlamento condanna “tutte le forme
di violenza, discriminazione e intolleranza basate sulla religione e sul credo, contro
le persone religiose, gli apostati e i non credenti”. L’Assemblea Ue ha approvato,
durante la sessione plenaria, una risoluzione che prendeva spunto dai recenti casi
di violenze subiti da gruppi cristiani in Egitto e Malaysia. Nel documento, approvato
con l’appoggio di tutti i gruppi politici, si osserva che anche l’Europa “non è esente
da casi di violazione” della libertà di religione. Gli eurodeputati chiedono al Consiglio,
alla Commissione e all’Alto rappresentante Ue per gli affari esteri di prestare “particolare
attenzione alla situazione delle minoranze religiose, comprese le comunità cristiane”
nel quadro delle relazioni e della cooperazione dell’Ue con i Paesi terzi. Il Parlamento,
inoltre, sostiene “le iniziative volte a promuovere il dialogo e il rispetto reciproco
tra comunità”, e invita le autorità religiose “a promuovere la tolleranza e ad adottare
iniziative contro l’odio e la radicalizzazione estremista”. La risoluzione a tutela
della libertà di religione in Europa e nel mondo, approvata dall’Assemblea Ue, si
sofferma in particolare su due casi. Anzitutto si osserva che negli ultimi anni in
Egitto “hanno avuto luogo atti ricorrenti di violenza contro cristiani copti”. Al
governo del Cairo si chiede di “garantire la sicurezza personale e l’integrità fisica
dei cristiani copti e dei membri di altre minoranze religiose del Paese” e di operare
affinché tali gruppi possano beneficiare “di tutti i diritti e libertà fondamentali
– compreso il diritto di scegliere liberamente la propria religione e di cambiarla
– e di evitare qualsiasi discriminazione contro gli stessi”. La risoluzione parlamentare
esprime poi “preoccupazione per i recenti attacchi contro chiese e luoghi di culto
in Malaysia” e manifesta “solidarietà alle vittime”. Anche alle autorità malesi si
intima di garantire la sicurezza a ogni persona e la libertà di culto. In particolare
il testo esorta “le autorità a rispettare la sentenza dell’Alta corte della Malaysia
sul diritto dei cristiani di utilizzare la parola Allah per riferirsi a Dio e chiedono
al governo malese di non tentare di ripristinare tale divieto”. (R.P.)