Allarme della Bce: aumento della disoccupazione in Europa
Nel 2010 l'espansione dell'economia di Eurolandia avrà un “ritmo moderato” e il “processo
di recupero risulterà probabilmente discontinuo”. È quanto si legge nel Bollettino
della Bce, la Banca Centrale Europea, che fa diverse raccomandazioni ai governi. Il
servizio di Fausta Speranza:
La disoccupazione
nell'area dell'euro sembra continuerà ad aumentare. Lo afferma la Bce sottolineando
che alcuni fattori che sostengono la crescita hanno “carattere temporaneo” e che “le
prospettive restano soggette a incertezza”. E dunque parla di ricette anti crisi.
“Gli sgravi fiscali andrebbero considerati soltanto nel medio periodo, - sottolinea
– fino a che i Paesi avranno recuperato un sufficiente margine di manovra nei bilanci”.
Infatti, i governi di molti Paesi dell'area euro devono far fronte a “squilibri di
bilancio notevoli e – avverte la Banca Centrale Europea – “gli squilibri sono in netto
incremento”. Da qui un’esortazione precisa ai governi: decidere e attuare tempestivamente
strategie di uscita dalle misure di stimolo e strategie di riequilibrio dei conti
che siano ambiziose, fondate su ipotesi di crescita realistiche e incentrate soprattutto
sulla riforma della spesa”. Ma c’è un appello anche per le banche: hanno proseguito
gli interventi di ridimensionamento dei propri bilanci complessivi ma – avverte la
Bce - “continua a rappresentare una sfida adeguare le dimensioni e la struttura dei
bilanci assicurando la disponibilità del credito al settore non finanziario”.
Medvedev
incontra il commissario per i Diritti umani del Consiglio d’Europa Faccia a
faccia oggi a Mosca tra il presidente russo Dmitri Medvedev e Thomas Hammarberg, commissario
per i Diritti umani del Consiglio d’Europa. L’incontro, che verterà sulla Convenzione
europea sui diritti umani, recentemente ratificata dalla Duma, sarà anche l’occasione
per parlare della situazione in Russia. Salvatore Sabatino haintervistato
Fabrizio Dragosei, corrispondente da Mosca per il Corriere della Sera:
R. – Sicuramente
questa firma, come sappiamo, è un passo avanti rilevante perché la Russia era ancora
molto, molto indietro su questo punto. Certamente l’Europa spera di avere da Mosca
una maggiore collaborazione in questo campo e sappiamo bene che la questione dei diritti
umani in Russia è particolarmente sentita, non a caso un numero altissimo – forse
addirittura il numero più alto - di ricorsi viene proprio dalla Russia. E questo perché
i russi, scontenti di quello che succede in patria, guardano all’Europa per ottenere
quello che qui non riescono ad ottenere e quindi anche per avere magari un miglioramento
della situazione interna.
D. – Proprio la ratifica
della Convenzione è stata considerata un passo importante da molti attivisti. Un passo
importante, però, a cui si è giunti dopo numerose discussioni e polemiche…
R.
– La Russia non era favorevole e soprattutto diciamo il governo e quindi l’ex presidente
Vladimir Putin, che non voleva sottomettersi - come peraltro, per altri versi, non
vogliono neanche gli Stati Uniti – al giudizio esterno su quello che succede in Russia.
Naturalmente la situazione nei due Paesi è ben diversa e quella russa è una situazione
assai preoccupante. Il fatto che sotto la presidenza di Medvedev la
Duma abbia finalmente ratificato questa Convenzione accende anche un pò le speranze
di quelli che in Russia vedono nel presidente giovane anche l’uomo che potrebbe avviare
il Paese verso un diverso futuro.
Pakistan Una
donna è stata uccisa e 18 persone ferite a causa di una bomba esplosa nel nord ovest
del Pakistan. In un'altra esplosione, due militanti sono morti mentre preparavano
bombe a Manmoond, sempre nella zona di nord ovest ai confini con l'Afghanistan. Intanto
oggi al suo arrivo a Islamabad, il segretario alla Difesa statunitense, Robert Gates,
ha sottolineato che gli Stati Uniti sono determinati a sviluppare nella regione pakistano-afghana
un progetto “di lungo termine” e non intendono esercitare alcuna pressione sul governo”
del Pakistan. “Ma - ha aggiunto - è importante ricordare che i talebani pakistani
operano in collusione sia con i talebani in Afghanistan sia con Al Qaeda, per cui
è impossibile considerare separati questi gruppi”.
Kabul critica il rapporto
Onu su droga e crimine in Afghanistan Pesanti critiche sono giunte dal governo
afghano al recente rapporto dell’Ufficio dell'Onu contro la Droga e il Crimine che
aveva evidenziato la forte diffusione della corruzione nell’amministrazione pubblica
del Paese. Un giro d’affari pari a 2,5 miliardi di dollari pagati in tangenti. Per
Kabul, lo studio è frutto di immaginazione e non è basato sui fatti.
Uccisi
quattro insorti in Afghanistan Una forza internazionale guidata da militari
afghani ha ucciso la notte scorsa quattro insorti durante una operazione realizzata
nella provincia meridionale di Ghazni, in cui è stato ucciso anche un ragazzo di circa
15 anni. Lo riferisce la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf)
a Kabul. L'obiettivo dei militari era la cattura nel distretto di Qarabagh di un comandante
talebano di alto livello, precisa l'Isaf in un comunicato, di cui si conosceva la
partecipazione diretta in attacchi a forze afghane e dell'Isaf. Dopo l'uccisione di
quattro militanti, si dice ancora, “un giovane di circa 15 anni ha mostrato propositi
ostili impossessandosi dell'arma di un militare. È stato colpito ed ucciso”.
L’inviato
degli Stati Uniti, Mitchell, a Ramallah Il capo negoziatore dell'Autorità nazionale
palestinese, Saeb Erekat, ha criticato le affermazioni del premier israeliano, Benyamin
Netanyahu, secondo le quali Israele si riserva il diritto di presidiare il confine
fra la Cisgiordania e la Giordania anche dopo la creazione di un futuro Stato palestinese.
La polemica getta un'ombra ulteriore sull'ennesima missione nella regione dell'emissario
americano George Mitchell, che è proprio oggi a Ramallah per incontrare il presidente
dell'Anp, Abu Mazen (Mahmud Abbas), e cercare di convincerlo a riprendere il negoziato
con Israele nonostante il mancato congelamento totale degli insediamenti ebraici nei
Territori palestinesi (chiesto inizialmente dagli stessi Usa come una priorità).
Almeno
60 arresti in Turchia di sospetti fiancheggiatori del Pkk La polizia turca
ha arrestato in operazioni simultanee in varie città 60 persone ritenute collaboratori
o fiancheggiatori del separatista Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), fuorilegge
in Turchia perchè considerato un gruppo terroristico. Gli arresti sono stati effettuati
a Diyarbakir (città a maggioranza curda) e a Batman, entrambe nel sudest del Paese,
a Van (est) ed anche a Istanbul. La Turchia, come anche la Ue e gli Usa, considera
il Pkk un'organizzazione terroristica e lo accusa di essere responsabile della morte
di almeno 40.000 persone, per lo più curdi, dall'inizio della rivolta per la costituzione
di uno Stato indipendente curdo nel sudest del Paese nel 1984. Dallo scorso luglio
il governo di Ankara ha lanciato un’iniziativa di “democratizzazione” tesa a risolvere
l'ultraventennale questione curda. Ha riacceso la tensione, però, l'11 dicembre scorso
la decisione della massima istanza della magistratura turca di chiudere il Partito
per una Società Democratica (Dtp), il principale partito filo-curdo del Paese, accusato
di connivenza con il Pkk.
L’Onu e l’Ue esprimono preoccupazione per la situazione
in Sri Lanka Preoccupazione è stata manifestata ieri dall’Onu e dall’Unione
Europea per la violenta campagna elettorale in Sri Lanka in vista delle presidenziali
del prossimo 26 gennaio. Violenze che hanno provocato 4 vittime. È stato poi lanciato
un appello alla calma per favorire elezioni libere e pacifiche.
9 anni di
prigione a ex leader di Tiananmen Un tribunale cinese ha condannato a nove
anni di prigione un ex-leader delle proteste studentesche del 1989 a piazza Tiananmen,
secondo la stampa di Hong Kong. Gli avvocati dell'imputato, Zhou Yongjun, di 42 anni,
affermano che il loro cliente è stato estradato illegalmente da Hong Kong, che è una
Speciale Regione Amministrativa (Sar) della Cina e che gode di un'ampia autonomia.
Zhou è stato condannato per una truffa che sarebbe stata commessa dall'uomo al quale
è intestato il passaporto falso col quale l'ex-leader studentesco era rientrato dagli
Usa a Macao (un'altra Sar della Cina) e da qui ad Hong Kong. “La banca truffata è
la Hang Seng di Hong Kong, e il reato sarebbe stato commesso ad Hong Kong”, ha sottolineato
uno degli avvocati del dissidente, Mo Shaoping, “e di conseguenza il caso è di competenza
della magistratura di Hong Kong”. Ma ha aggiunto che la polizia di Hong Kong “non
ha trovato alcun legame” tra Zhou e la truffa che, se provata, sarebbe da ascrivere
all'intestatario del passaporto falso, che nel frattempo è deceduto.
Accordo
tra le due Coree su Kaesong Dopo due giorni di negoziati senza apparenti risultati
concreti, le due Coree hanno raggiunto un accordo in extremis per una nuova tornata
di colloqui formali sulla gestione di Kaesong, la città di frontiera sede di un importante
consorzio industriale intercoreano. L'annuncio dell'intesa è stato dato oggi da Kim
Young-tak, delegato del governo sudcoreano per la missione di tre giorni appena conclusa
nella città nordcoreana, secondo cui il vertice è stato fissato per il prossimo primo
febbraio. “La Corea del Nord ha convenuto sulle nostre proposte poco prima della partenza”,
ha dichiarato Kim al rientro a Seul, ribaltando quanto riferito in mattinata da un
portavoce del ministero per l'Unificazione, secondo cui i colloqui si erano conclusi
con un nulla di fatto. Stando a fonti riportate dall'agenzia sudcoreana Yonhap, le
parti si erano divise in particolare sulla questione dell'aumento dei salari per gli
operai nordcoreani, che Pyongyang aveva insistito per inserire nell'agenda del vertice
di febbraio contro il volere di Seul. Al centro della tornata di colloqui appena conclusa
è stata la missione congiunta dello scorso dicembre in Cina e Vietnam, dove i due
Paesi hanno inviato una delegazione di dieci persone per parte, al fine di studiare
nuovi modelli industriali da applicare alla gestione del complesso di Kaesong. Del
consorzio intercoreano alla frontiera fanno attualmente parte circa 110 aziende del
Sud, che danno lavoro a 42.000 operai del Nord nella produzione di merci come orologi,
utensili da cucina e vestiti. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 21 E'
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Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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