Vietnam: al via il processo contro quattro attivisti pro-diritti umani
È iniziato oggi, nel tribunale popolare di Ho Chi Minh City, il processo a carico
dell’avvocato cattolico Paul Le Cong Dinh e di altri tre attivisti per la democrazia.
Gli imputati - riporta l'agenzia AsiaNews - sono accusati di sovversione e complotto
volto a rovesciare il governo comunista. Essi rischiano una pena che varia da un minimo
di 12 anni di galera alla pena di morte. Il processo intentato a carico degli attivisti
vietnamiti ha suscitato sdegno all’estero. Gruppi pro diritti umani lo considerano
un segno della crescente repressione dei movimenti democratici e di quanti si battono
per la libertà di espressione. L’udienza dovrebbe durare due giorni. Da tempo il governo
vietnamita non intentava un processo con l’accusa di sovversione, considerato uno
dei reati più gravi dal regime comunista. I quattro imputati sono stati arrestati
nel giugno scorso con un capo di imputazione meno grave: diffusione di propaganda
antigovernativa. Tuttavia, all’inizio di dicembre il pubblico ministero ha aggravato
la posizione degli arrestati con accuse più gravi. Paul Le Cong Dinh, avvocato vietnamita
cattolico di 41 anni, ha più volte difeso attivisti per i diritti umani ed è autore
di pubblicazioni che evidenziano i difetti del sistema economico, sociale e politico
del suo Paese. Nel fascicolo depositato dal pm – riferisce l’agenzia governativa Vietnam
News Agency (Vna) – si parla inoltre di “legami con gruppi reazionari ed elementi
ostili in esilio” per formare “organizzazioni politiche reazionarie”. L’obiettivo
sarebbe quello di “minare” la leadership politica attraverso una lotta “non-violenta”.
Appare poco probabile che gli attivisti alla sbarra saranno condannati alla pena capitale.
Tuttavia, essi rischiano di trascorrere diversi anni in prigione. (R.P.)