Rientrato nelle Filippine padre Sinnott, rapito lo scorso ottobre e liberato dopo
un mese
Dopo due mesi di riposo in Irlanda padre Michael Sinnott è ritornato venerdì scorso
nelle Filippine. Ad accoglierlo a Manila - riferisce l'agenzia AsiaNews - i confratelli
e il superiore padre Patrick O’Donoghue. “Sono felice di essere tornato e spero di
poter continuare il mio lavoro a Pagadian”, ha detto l’ottantenne missionario colombano,
rapito lo scorso 11 ottobre, nella sua casa di Pagadian (Zamboanga), da un commando
di sette uomini armati. Per sfuggire all’esercito filippino i rapitori hanno costretto
padre Sinnott, anziano e malato di cuore, a vagare per un mese nella giungla della
provincia di Lanao del Norte, distante 150 km da Zamboanga. Dopo 31 giorni di prigionia
il missionario è stato rilasciato lo scorso 12 novembre, grazie all’intervento congiunto
di Polizia, Esercito e militanti del movimento ribelle Moro Islamic Liberation (Milf). Durante
il sequestro cristiani e musulmani di Zamboanga hanno promosso numerose Veglie di
preghiera per chiedere ai rapitori la sua liberazione. “Il giorno del mio rilascio
sono rimasto impressionato di vedere così tante persone pregare per me – ha raccontato
padre Sinnott – ringrazio tutti i filippini dal profondo del cuore”. Negli ultimi
anni 13 missionari stranieri sono stati rapiti o uccisi nel Paese asiatico. (R.G.)