Mezzo secolo della Filmoteca Vaticana raccontato nel volume di Antonia Pilloso edito
dalla Lev
E’ stato presentato nell’ambito del ciclo di incontri “I Venerdì di Propaganda”, organizzati
dalla Libreria Editrice Vaticana, il volume di Antonia Pillosio “La Filmoteca Vaticana
a cinquant’anni dalla sua nascita: incontri e curiosità”. In esso, attraverso la storia
di questo organismo della Santa Sede legato al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali, vengono affrontati e descritti i rapporti che la Chiesa e i Papi hanno instaurato
e intrattenuto con il cinema. Il servizio di Luca Pellegrini:
Ci sono meravigliose
invenzioni tecniche che la Chiesa accoglie con speciale cura: tra queste, quelle che
più direttamente riguardano lo spirito dell’uomo e che hanno aperto nuove vie per
comunicare. Idea e ottimo proposito espressi dal cardinale Deskur, che della Filmoteca
Vaticana, creata il 16 novembre del 1959, ne è stato l’anima, avendone allora scritto
lo Statuto fondativo. Sono passati oltre cinquant’anni, la Filmoteca ancora raccoglie,
conserva, restaura, studia, organizza, proietta: tutto per amore del cinema, che i
Papi successivi all’anno della sua invenzione hanno prima timidamente poi coraggiosamente
avvicinato e tenuto sempre più in considerazione. Uno slancio di interesse che ha
coinvolto poi tutti i media vaticani e non c’è dubbio quanta attenzione oggi sia la
Radio Vaticana che il quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano, attribuiscano
alla “settima arte”, la più giovane, certo, ma la più diffusa nel mondo. Cinema non
solo come divertimento, ma strumento di conoscenza, di riflessione, di condivisione,
di dialogo e di moderna, insostituibile circolazione di idee e di cultura. Tutto questo
si vive ogni giorno nei locali e cellari della Filmoteca, la cui storia viene raccontata
agilmente nel volume che Antonia Pillosio ha scritto con una
intenzione particolare: R. - Voglio dedicarlo soprattutto all’Anno
Sacerdotale e quindi ai sacerdoti, ai missionari e alle suore che sono in giro per
il mondo. Questo libro è importante e spero che faccia il giro del mondo perché è
importante spiegare che esiste un organismo alla Santa Sede che lavora come archivio
filmico, al quale si possono donare pellicole e video anche amatoriali che testimoniano
il grandissimo lavoro della Chiesa in tutto il mondo. D. - Che
cosa l’ha colpita particolarmente nella vita della Filmoteca Vaticana in questi 50
anni? R. - Mi ha colpito il fatto che la Filmoteca si può dire
sia esistita sin dalla nascita del cinema: ovvero, nel 1896 - quando è nato il cinema
con la pellicola Lumière - un fotografo torinese ha filmato Papa Leone XIII e questi
ha rivolto così la prima benedizione a tutto il mondo. Questo cosa significa? Significa
che in realtà la Chiesa è sempre stata aperta al dialogo, non ha mai avuto paura del
mondo cinematografico e dei mass media e possiamo vedere, nella storia della Filmoteca
Vaticana, che questo rapporto è migliorato ed è migliorato nel tempo. D.
- Quali sono, secondo lei, le sfide maggiori che dovrà fronteggiare la Filmoteca nel
campo dei media e nel mondo del cinema nel prossimo futuro? R.
- La Filmoteca vaticana è tutta digitalizzata e quindi può permettersi un archivio
importante, può permettersi di fare proiezioni, Credo quindi che sia molto importante
ampliare il rapporto con il mondo del cinema, ovvero ampliare il rapporto con chi
fa il cinema nello specifico, creare più occasioni d’incontro. Infatti, abbiamo visto
che quella bellissima giornata ”Camminiamo insieme verso la bellezza” - motto che
è stato lanciato dopo l’incontro tra Papa Benedetto XVI e gli artisti - è un segnale
di come tutta la Chiesa, la Filmoteca Vaticana e l’organismo specifico nei rapporti
con il cinema, voglia tornare ad avere un grande dialogo con il mondo degli artisti
che forse, in questo momento, è un pochino più difficile.