2010-01-19 12:16:13

Mezzo secolo della Filmoteca Vaticana raccontato nel volume di Antonia Pilloso edito dalla Lev


E’ stato presentato nell’ambito del ciclo di incontri “I Venerdì di Propaganda”, organizzati dalla Libreria Editrice Vaticana, il volume di Antonia Pillosio “La Filmoteca Vaticana a cinquant’anni dalla sua nascita: incontri e curiosità”. In esso, attraverso la storia di questo organismo della Santa Sede legato al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, vengono affrontati e descritti i rapporti che la Chiesa e i Papi hanno instaurato e intrattenuto con il cinema. Il servizio di Luca Pellegrini:RealAudioMP3

Ci sono meravigliose invenzioni tecniche che la Chiesa accoglie con speciale cura: tra queste, quelle che più direttamente riguardano lo spirito dell’uomo e che hanno aperto nuove vie per comunicare. Idea e ottimo proposito espressi dal cardinale Deskur, che della Filmoteca Vaticana, creata il 16 novembre del 1959, ne è stato l’anima, avendone allora scritto lo Statuto fondativo. Sono passati oltre cinquant’anni, la Filmoteca ancora raccoglie, conserva, restaura, studia, organizza, proietta: tutto per amore del cinema, che i Papi successivi all’anno della sua invenzione hanno prima timidamente poi coraggiosamente avvicinato e tenuto sempre più in considerazione. Uno slancio di interesse che ha coinvolto poi tutti i media vaticani e non c’è dubbio quanta attenzione oggi sia la Radio Vaticana che il quotidiano della Santa Sede, l’Osservatore Romano, attribuiscano alla “settima arte”, la più giovane, certo, ma la più diffusa nel mondo. Cinema non solo come divertimento, ma strumento di conoscenza, di riflessione, di condivisione, di dialogo e di moderna, insostituibile circolazione di idee e di cultura. Tutto questo si vive ogni giorno nei locali e cellari della Filmoteca, la cui storia viene raccontata agilmente nel volume che Antonia Pillosio ha scritto con una intenzione particolare:
 
R. - Voglio dedicarlo soprattutto all’Anno Sacerdotale e quindi ai sacerdoti, ai missionari e alle suore che sono in giro per il mondo. Questo libro è importante e spero che faccia il giro del mondo perché è importante spiegare che esiste un organismo alla Santa Sede che lavora come archivio filmico, al quale si possono donare pellicole e video anche amatoriali che testimoniano il grandissimo lavoro della Chiesa in tutto il mondo.
 
D. - Che cosa l’ha colpita particolarmente nella vita della Filmoteca Vaticana in questi 50 anni?
 
R. - Mi ha colpito il fatto che la Filmoteca si può dire sia esistita sin dalla nascita del cinema: ovvero, nel 1896 - quando è nato il cinema con la pellicola Lumière - un fotografo torinese ha filmato Papa Leone XIII e questi ha rivolto così la prima benedizione a tutto il mondo. Questo cosa significa? Significa che in realtà la Chiesa è sempre stata aperta al dialogo, non ha mai avuto paura del mondo cinematografico e dei mass media e possiamo vedere, nella storia della Filmoteca Vaticana, che questo rapporto è migliorato ed è migliorato nel tempo.
 
D. - Quali sono, secondo lei, le sfide maggiori che dovrà fronteggiare la Filmoteca nel campo dei media e nel mondo del cinema nel prossimo futuro?
 
R. - La Filmoteca vaticana è tutta digitalizzata e quindi può permettersi un archivio importante, può permettersi di fare proiezioni, Credo quindi che sia molto importante ampliare il rapporto con il mondo del cinema, ovvero ampliare il rapporto con chi fa il cinema nello specifico, creare più occasioni d’incontro. Infatti, abbiamo visto che quella bellissima giornata ”Camminiamo insieme verso la bellezza” - motto che è stato lanciato dopo l’incontro tra Papa Benedetto XVI e gli artisti - è un segnale di come tutta la Chiesa, la Filmoteca Vaticana e l’organismo specifico nei rapporti con il cinema, voglia tornare ad avere un grande dialogo con il mondo degli artisti che forse, in questo momento, è un pochino più difficile.







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