Sri Lanka: i leader religiosi temono nuove violenze in vista delle elezioni
Preoccupa il clima di violenza pre-elettorale nello Sri Lanka: lo denunciano esponenti
cristiani, buddisti, induisti ed islamici. Il 26 gennaio prossimo, dopo trent’anni
di guerra civile, il Paese sarà chiamato a votare per le elezioni presidenziali. Durante
una conferenza stampa a Colombo, i leader religiosi hanno paventato il ritorno ad
un passato antidemocratico segnato dal decennale conflitto tra forze governative ed
il movimento insurrezionale dei Tamil. Come riferisce “L’Osservatore Romano”, la campagna
elettorale è stata segnata, lo scorso 13 gennaio, dall’uccisione di un uomo, avvenuta
durante l’assalto ad un autobus che trasportava sostenitori dell’opposizione e dall’aggressione
ad una giornalista della Bbc. Sono frequenti, inoltre, attacchi a sedi di propaganda
elettorale delle diverse formazioni politiche, tafferugli, intimidazioni e violazioni
di legge. Per i leader religiosi questo clima di violenza rischia di compromettere
il risultato che uscirà dalle urne: si adombra, infatti, la possibilità di brogli.
Il sacerdote cattolico padre Jayalath Balagalla ha sottolineato che se c’è “mancanza
di libertà per gli operatori della comunicazione”, c’è il rischio che gli elettori
non scelgano in piena libertà. Secondo il religioso, è necessaria la collaborazione
di tutti per “ripristinare un clima di pace e di riconciliazione prima e dopo il voto”.
Nei giorni scorsi, l’arcivescovo di Colombo, mons. Malcolm Ranjith, ha raccomandato
“un voto secondo coscienza”. In particolare, il presule ha ricordato ai cattolici
“il dovere di votare”, perché l’astensione equivarrebbe “ad una fuga dalle responsabilità
civili che competono ad ogni cittadino”. Tuttavia, mons. Ranjith ha precisato che
la gerarchia cattolica non riveste alcun ruolo politico e “rispetta la libera scelta
di ciascun fedele”. (F.C.)