Il sostentamento del clero in Medio Oriente e nell'est Europa al centro dell'82.ma
assemblea della Roaco in Vaticano
Inizia domani in Vaticano, e si concluderà mercorledì, l’assemblea semestrale della
Roaco, la Riunione delle Opere in Aiuto alle Chiese Orientali. L’appuntamento, l’82.mo,
tratterà del sostentamento del clero dell’area orientale del pianeta, specie in Europa
centrale e orientale e in Medio Oriente. Parte dei lavori sarà inoltre dedicata alla
situazione delle Chiese cattoliche orientali in Eritrea, Etiopia e Iraq. La riunione
vedrà la partecipazione di rappresentanti di una ventina di agenzie cattoliche, provenienti
da dieci Paesi occidentali, oltre al nunzio apostolico in Israele, l’arcivescovo Antonio
Franco e l’arcivescovo Leo Boccardi, nunzio apostolico in Sudan ed Eritrea. Romilda
Ferrauto, responsabile della sezione francese della nostra emittente, ha domandato
a padre Leon Lemmens, segretario generale della Roaco, se la questione dell’aiuto
finanziario ai sacerdoti delle zone orientali sia più importante oggi rispetto al
passato:
R. - Bisogna
ricordarsi che le Chiese cattoliche orientali nell’Europa centro-orientale sono rinate
soltanto vent’anni fa. In questi anni, però, hanno avuto la benedizione di tantissime
vocazioni sacerdotali: sono stati ordinati più di tremila preti e questo vuol dire
che, ormai, quasi tutte le parrocchie di rito bizantino nell’Europa centrorientale
hanno un loro parroco: dunque, a questo riguardo, la loro situazione è migliore di
quella della Chiesa di tanti Paesi dell’Europa occidentale. Inoltre, la formazione
di questi preti è stata poi uno sforzo immenso. D. - Come sono
rinate queste Chiese? R. - Sono rinate senza un patrimonio,
perché i regimi comunisti avevano tolto loro ogni avere, soltanto una piccola parte
è stata riconsegnata dopo la caduta dei regimi comunisti. Queste Chiese sono rinate
senza strutture, senza un sistema di autofinanziamento e ciò è tutt’ora così. Vivono
poi in Paesi poveri: basti pensare alla gravissima crisi economica in Ucraina che,
dal nostro punto di vista, è il Paese più importante, dove vivono duemila di questi
preti, ma dove quasi tutta la popolazione soffre la fame e la povertà. Questo vuol
dire che negli anni passati gran parte del sostentamento finanziario dei sacerdoti
è stato preso in carico dalle agenzie radunate nella Roaco e questo grazie anche ai
tanti e generosi doni di semplici fedeli in Occidente. La sfida economica aumenta
e allora, durante l’assemblea della Roaco, vorremmo fare il punto della situazione
soprattutto per quest’area dell’Europa centrorientale e poi anche per il Medio ’Oriente,
dove i problemi si presentano forse in un modo un po’ diverso: vorremmo identificare
le questioni, le sfide e cominciare a sviluppare delle risposte a queste sfide. D.
- Qual è dunque la questione fondamentale? R. - Il cuore della
questione è prendersi cura dei preti, perché loro possano vivere materialmente non
da ricchi ma nemmeno da poveri e quindi essere disponibili per il lavoro pastorale.
Tutto questo come espressione dell’amore, delle nostre agenzie, di tantissimi fedeli
che sono dietro queste agenzie e che donano dei soldi alle agenzie in favore dei sacerdoti
di queste Chiese e certamente anche per tutte le Chiese orientali. D.
- Queste agenzie - visto un po’ il disinteresse e la caduta della frequentazione religiosa
nei Paesi ricchi dell’Occidente - riescono ancora a far fronte al peso di questo finanziamento? R.
- Finora sì. Certo, ogni tanto sento qualche segnale di preoccupazione nel senso che
dicono: “Certo, adesso noi sappiamo come fare, ma saremo poi capaci di farlo tra dieci,
vent’anni, visto l’indebolimento relativo della Chiesa cattolica in certi Paesi europe?”.
Penso ad esempio alla Germania, perché parte di questa solidarietà con i sacerdoti
dell’Europa orientale proviene da contributi dati dai sacerdoti cattolici tedeschi,
ma il loro numero diminuisce e dunque diminuisce anche l’importo del loro aiuto.
Perciò, dicono di avere dei dubbi circa la loro futura capacità di garantire tutto
ciò che devono a queste Chiese per quanto riguarda il sostentamento dei preti. Anche
per questo alcuni vogliono parlare apertamente tra di loro, fare il punto della situazione
per vedere come potranno fare, affinché non accada che un giorno i sacerdoti si ritrovino
senza un aiuto finanziario. (Montaggio a cura di Maria Brigini)