2010-01-16 15:32:16

Ultima settimana per sottoscrivere la petizione del Parlamento Europeo sul Crocifisso nelle scuole


Alla prossima plenaria del Parlamento Europeo che comincia lunedì non ci sarà il previsto voto sul principio di sussidiarietà in relazione all'esposizione del Crocifisso nelle aule scolastiche. Su proposta della sinistra europea è stato cancellato dall’ordine del giorno. Per difendere il principio che ogni Stato membro dell'Ue decida in materia di simboli religiosi si fa, dunque, più importante l’altra strada: quella della petizione voluta da diversi parlamentari europei e aperta alla sottoscrizione di ogni cittadino. Per capire il valore e il significato della petizione, Fausta Speranza ha intervistato Erminia Mazzoni, presidente della Commissione Petizioni al Parlamento europeo:RealAudioMP3

R. – C’è la strada della petizione, che è già stata avviata da qualche tempo e che ha portato alla partecipazione di tanti parlamentari e di tantissimi cittadini, per elaborare una decisione comune che possa contrastare l’invasione giudiziaria nel nostro territorio in riferimento al divieto di utilizzazione di simboli che siano rappresentativi non tanto e non solo di una fede religiosa ma di una storia, di una cultura. Io, facendo conto sulla grande partecipazione che sto rilevando riguardo questa petizione, sono convinta che riusciremo a discuterne quanto prima in Commissione petizioni e poi ad elaborare – lo proporrò ai colleghi della Commissione – una risoluzione da portare in Parlamento in modo da arrivare comunque – con un tempo più lungo ed una procedura più articolata – allo stesso risultato. Il Parlamento europeo deve poter ribadire quello che a mio avviso già esiste come principio: che ogni Stato ha il diritto di tutelare i propri simboli e la propria cultura.

 
D. – Ricordiamo brevemente cosa vuole significa tecnicamente presentare la petizione, cioè che cosa si chiede …

 
R. – Tecnicamente presentare una petizione vuol dire invitare il Parlamento europeo a pronunciarsi sulla conformità o meno alla legislazione europea di un determinato comportamento, di una determinata azione. Nel caso specifico, la petizione vuole ribadire la non conformità alle regole del diritto comunitario della decisione contenuta nel pronunciamento della Corte che nega ad uno Stato europeo di utilizzare, affiggendoli pubblicamente, i simboli della propria cultura. Nella petizione si chiede quindi di ribadire, confermare che invece gli Stati membri dell’Unione Europea hanno il diritto di non essere limitati e condizionati da chicchessia, neanche dalle autorità europee, nella scelta dei propri simboli culturali, in questo caso del nostro Crocifisso. Se mi consente, dato che tra l’altro siamo alla fine del termine che ci siamo dati per presentare la petizione – termine che scadrà la prossima settimana -, rivolgo un appello ai cittadini che ci seguono a partecipare, sottoscrivendo la petizione. Lo si può fare collegandosi al sito del Parlamento Europeo o mandando la propria adesione scrivendo nome, cognome e indirizzo di residenza al seguente indirizzo email: petizionecrocifisso@gmail.com. Credo che sia un minuto di tempo reso a favore di una causa buona. Ricordiamo che la petizione è uno strumento previsto dalla legge per il cittadino. Nel momento in cui le petizioni vengono proposte su iniziativa di un membro del Parlamento europeo, si dà semplicemente una maggior forza all’iniziativa contenuta sulla petizione, perché attraverso l’attivazione dei parlamentari è evidente che si attiva un numero maggiore di cittadini, quelli cui fa riferimento il parlamentare stesso e quindi la petizione ha un carico aggiunto che indubbiamente la può agevolare nel percorso. I cittadini sono comunque sempre titolari di questo diritto e possono sottoscrivere la petizione così come stanno facendo.







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