I ministri degli Esteri di Pakistan, Iran e Afghanistan chiedono una soluzione regionale
alla crisi afghana
I ministri degli Esteri di Pakistan, Iran ed Afghanistan si sono riuniti oggi ad Islamabad
per esaminare le prospettive di una soluzione regionale per il lungo conflitto afghano,
decidendo al termine dell'incontro che una commissione tripartita presenterà al riguardo
una agenda comune alla Conferenza di Londra del 28 gennaio. I tre ministri hanno quindi
ribadito il loro favore per una soluzione regionale, piuttosto che esterna, alla crisi
afghana, e posto come obiettivo l'integrazione politica, economica e sociale dell'area.
Consenso anche sulla necessità di trovare una formula per avviare il dialogo con le
differenti fazioni dei talebani.
Votazioni sui nuovi ministri in Afghanistan Il
parlamento afghano ha in programma oggi la seconda serie di votazioni volte ad approvare
o respingere i candidati presentati dal presidente, Hamid Karzai, per la guida di
numerosi ministeri del suo nuovo governo. Finora, almeno cinque candidature sono state
accolte, tra cui quella di Zalmay Rasul a nuovo ministro degli Esteri, e ne sono state
respinte quattro. Giorni fa, in un primo round di votazioni i parlamentari avevano
bocciato ben 17 dei 24 ministri proposti dal capo dello Stato. Intanto, nell'ambito
di un'operazione militare congiunta fra l'esercito afghano e uomini della coalizione
internazionale, undici insorti sono stati uccisi nel villaggio di Sistanay, nella
provincia meridionale di Helmand.
Allarme attentati in Malaysia Pericolo
di attacchi terroristici contro gli stranieri in Malaysia, già teatro in questi giorni
di azioni anticristiane. A diffondere l’allarme l’ambasciata americana nel Paese che,
in un messaggio sul proprio sito Internet, parla di rischio elevato nel Brneo. E'
raccomandata la massima cautela nei viaggi e negli spostamenti nella regione.
Militanti
di Al Qaeda arrestati in Yemen Tre militanti di al Qaeda, armati, sono stati
catturati nelle prime ore di oggi in Yemen, alla frontiera con l'Arabia Saudita. Al
momento della cattura, i tre ritenuti legati ad al Qaeda avevano armi, munizioni,
materiale esplosivo e volantini. Ieri, sei militanti di al Qaeda risultano essere
morti in un raid lanciato nel nord dello Yemen. Fonti ufficiali yemenite hanno anche
riferito che nello stesso attacco è rimasto ucciso il capo militare di al Qaeda nella
penisola arabica, Qassem al-Rimi. Intanto, i ribelli sciiti del nord dello Yemen,
che si battono contro le forze di Sanaa, hanno detto di aver abbattuto un elicottero
dell'esercito saudita, aggiungendo che i raid dell’esercito hanno ucciso 15 contadini.
Ma non c’è conferma da parte governativa.
Egitto, arrestati 20 manifestanti
a Nagaa Hamadi Sono stati arrestati ieri sera i circa 20 attivisti politici
e per i diritti umani fermati dalla polizia alla stazione ferroviaria di Nagaa Hamadi,
dove erano giunti per manifestare la loro solidarietà alle famiglie dei copti uccisi
la notte di Natale. Lo riferisce l'Afp, citando un responsabile delle forze di sicurezza
secondo il quale l'arresto deriva dal fatto che alcuni di loro avevano manifestato
prima dell'arresto. Intercettati al loro arrivo in stazione, gli attivisti erano stati
condotti dalla polizia a Qena, capoluogo del governatorato, da dove avrebbero dovuto
essere rimandati al Cairo con il primo treno. All'origine del provvedimento delle
forze di polizia, il timore - aveva spiegato un'altra fonte di sicurezza - che si
unissero al movimento di opposizione Kefaya e ad altri militanti e residenti di Nagaa
Hamadi per “attizzare le tensioni”, trasformando una manifestazione di solidarietà
con le famiglie delle vittime in una protesta contro il governo e la presidenza.
In
Grecia manifestazione degli agricoltori: bloccate arterie extra-urbane Migliaia
di agricoltori hanno cominciato a bloccare oggi con i trattori parte dei collegamenti
stradali a nord di Atene per protestare contro la crisi del settore e i bassi costi
dei prodotti e per esigere aiuti da parte del governo. La protesta a tempo indeterminato
è destinata ad intensificarsi nei prossimi giorni e soprattutto la prossima settimana
con numerosi blocchi in varie parti della rete stradale e ai transiti di frontiera.
Domani
elezioni in Cile: ballottaggio presidenziale Ballottaggio presidenziale domani
in Cile. Dopo oltre 50 anni, la destra cilena sembra essere alle porte di una storica
vittoria, seppur con un margine strettissimo. Il favorito, ma solo con il 50,9% dei
suffragi sarebbe - secondo gli ultimi sondaggi - il miliardario candidato della destra,
Sebastiàn Pinera, che si oppone a Eduardo Frei, in corsa per il centrosinistra e al
governo da vent'anni. Il servizio di Francesca Ambrogetti:
A poche ore
dall’apertura delle urne, il risultato del secondo turno è ancora incerto: il candidato
della "Coalición por el Cambio", Sebastián Piñera, forte del 45 per cento dei voti
al primo turno, si è detto sicuro della vittoria, ma l’ex presidente, Eduardo Frei,
della coalizione di centrosinistra al governo, spera ancora di farcela. I voti del
dissidente socialista, Marco Enriquez Ominami, potrebbero spostare l’ago della bilancia.
A soli 36 anni, figura emergente della politica cilena, premiato al primo turno con
il 20 per cento delle preferenze, Ominami ha annunciato la decisione di votare per
Frei e l’ex presidente è subito salito nei sondaggi. Molti cileni sono in bilico tra
la voglia di cambiare e quella di rinnovare la fiducia ad una formula che da vent’anni
ha saputo gestire la difficile transizione tra la dittatura di Pinochet e la democrazia. Chavez
annuncia un aumento di salari Il presidente venezuelano, Hugo Chavez, ha deciso
un aumento del salario minimo pari al 25%, annunciando nel contempo un nuovo ministro
per l'Elettricità e la fusione dei dicasteri della Pianificazione e delle Finanze.
“A partire dal primo marzo i salari minimi dei lavoratori e lavoratrici aumenteranno
del 10% ed entro settembre di un altro 15%”, ha sottolineato in un discorso in parlamento,
nel quale ha d'altra parte affermato che Alì Rodriguez è il nuovo ministro per l'Elettricità
e Jorge Giordani il responsabile del mega-ministero economico. Lo scorso lunedì, Chavez
aveva annunciato cambiamenti sul fronte monetario, dopo la svalutazione della moneta
nazionale (bolivar). Il valore della moneta, fissato nel 2005 a 2,15 nei confronti
del dollaro, è stato sdoppiato: 2,60 per l'import di beni e servizi di prima necessità
(da alimenti a macchinari, a tutto ciò che serve per il settore pubblico) e 4,30 per
tutto il resto (dai veicoli agli elettrodomestici, all'informatica). (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza) Bollettino del
Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 16
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Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
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