2010-01-16 15:28:16

Elezioni presidenziali in Ucraina


In Ucraina sale l’attesa per il primo turno delle elezioni presidenziali in programma questa domenica. Le ultime, nel 2004 vennero sospese e ripetute a seguito della cosiddetta “Rivoluzione arancione”, scatenata dalle proteste popolari per sospetti brogli, poi la vittoria andò a Viktor Yuschenko. Con lui lo spostamento dell’Ucraina verso occidente e l’allontanamento dalla Russia. Favoriti per il ballottaggio, l’attuale premier Yulia Timoshenko e l’ex primo ministro filorusso Viktor Yanukovych. Per un’analisi del quadro politico nel Paese ascoltiamo al microfono di Linda Giannattasio, Fulvio Scaglione, vicedirettore di Famiglia Cristiana, esperto dell’area ex sovietica.RealAudioMP3

R. – La sfida elettorale si gioca tra i due candidati Yulia Timoshenko e Viktor Yanukovych. Il dato politico generale è questa onda profonda di riflusso rispetto alla cosiddetta “rivoluzione arancione”, un’onda che è dovuta certamente alla disillusione, perché la cosiddetta “rivoluzione arancione” non ha mantenuto le promesse di un avvicinamento molto rapido all’Occidente, un risanamento dell’economia e un’introduzione di elementi liberali. Non è successo nulla di tutto questo e il presidente Yuschenko – che di questo progetto era stato la bandiera – è quello che è più penalizzato. L’onda, però, è dovuta anche ad un certo senso di realismo storico: la “rivoluzione arancione” presupponeva un rapporto conflittuale con la Russia che l’Ucraina non era assolutamente in grado di permettersi.

 
D. – Quindi, quali sono le tensioni politiche più forti nel Paese in questo momento?

 
R. – La sfida di entrambi è chiaramente quella di riavvicinarsi ad una politica più realistica e quindi ad un miglior rapporto con la Russia. Russia che, non va dimenticato, è di gran lunga il primo partner commerciale dell’Ucraina e fornisce all’Ucraina il 95 per cento delle risorse energetiche.

 
D. – Come sono cambiati i rapporti con Mosca, anche a livello energetico?

 
R. – Sarà una combinazione – certo non lo è -, però proprio alla vigilia di queste elezioni dove Yanukovych – che piace a Mosca – è favorito, la cosiddetta “guerra del gas” tra Russia e Ucraina ha conosciuto un’improvvisa tregua.

 
D. – L’Ucraina sta vivendo un momento difficile per la gravissima economica. Quali sono le principali problematiche che dovrà affrontare chi sarà eletto?

 
R. – La crisi ha aggravato, in Ucraina, dei problemi che sono aperti da quando ha smesso di esistere l’Unione Sovietica e cioè abbiamo un Paese profondamente diviso in due: c’è una parte ad est, russofona, molto legata alla Russia e poi c’è una parte occidentale che parla l’ucraino, ha una cultura ed un atteggiamento molto più filo-occidentale ed è anche una parte un po’ più moderna del Paese. Su tutto questo incombe poi lo spettro energetico, cioè la dipendenza totale dalla Russia per i rifornimenti energetici. E’ un’equazione complicatissima. La Timoshenko cerca di attrarre l’elettorato promettendo di far entrare l’Ucraina nell’Unione Europea entro cinque anni, ma si tratta di una dichiarazione totalmente priva di qualunque fondamento, perché l’Unione Europea tutto vuole tranne che avere un problema economico, perché l’Ucraina sarebbe un Paese da “adottare” per risollevarlo ed è un problema spinoso anche dal punto di vista politico perché la Russia difficilmente accetterebbe questa sottrazione dell’Ucraina dalla propria orbita.

 
D. – Come vedono questa tornata elettorale l’Occidente e la comunità internazionale?

 
R. – Credo che la comunità internazionale sia abbastanza rassegnata a questo riassorbimento – in larga parte già avvenuto – dell’Ucraina nell’orbita russa. Il sogno della “rivoluzione arancione” era di ancorarsi all’Unione Europea dal punto di vista economico ed ancorarsi alla Nato e agli Stati Uniti dal punto di vista politico. Era impossibile.







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