2010-01-15 15:16:50

La vicenda di Rosarno: la riflessione del vescovo Luciano Bux


Con un messaggio da leggere nelle Messe di domenica e prefestive di domani, il vescovo di Oppido Palmi, Luciano Bux, ha voluto ringraziare la diocesi per quanto fatto durante i giorni degli scontri, tra immigrati e cittadini, avvenuti a Rosarno. “La misericordia di Dio praticata dal nostro clero e dai nostri laici mi è stata di grande conforto nelle recenti tristi giornate” è scritto nel messaggio”. Un atteggiamento che mons. Luciano Bux, conferma nell’intervista di Alessandro Guarasci:RealAudioMP3
 
R. – Ossequienti al Vangelo e accogliendo non solo come esseri umani, ma come fratelli, la diocesi. Il resto della popolazione, però, non è stato ostile: ha apprezzato quello che le varie parrocchie, oppure i vicariati e la Caritas diocesana, facevano e quello per cui si sono prodigati. E parecchie persone, che pure non frequentano i sacramenti - la domenica non vengono a Messa - hanno contribuito con offerte economiche.
 
D. – Ma, comunque, lei è rimasto sorpreso della reazione della popolazione o in qualche modo se l’aspettava?
 
R. – Quando le televisioni nazionali trasmettevano le notizie, i cittadini di Rosarno che hanno occupato il Comune non arrivavano a cento persone, e Rosarno ha più di 15 mila abitanti: erano parole sproporzionate! E' vero che quelli che avrebbero potuto opporsi, hanno avuto paura. C’è stato un intellettuale di Palmi che ha pubblicato un articolo sulla Stampa di Torino affermando: “Abbiamo il diritto di non essere eroi”. Io sono qui da 10 anni e non ci sono mai stati problemi da parte della popolazione nei confronti delle migliaia di immigrati - quei pendolari che poi passano in altre zone del sud per la raccolta dei pomodori e per altri lavori agricoli - e nemmeno, a maggior ragione, nei confronti delle persone che sono diventate residenti.
 
D. – Per evitare che si ripetano fatti di questo tipo, l’apporto delle istituzioni è fondamentale. Si risolve tutto mandando più polizia a Rosarno?
 
R. – No, assolutamente. D’altra parte ne hanno deportato, perché questa è la parola che io mi sento di usare dalle relazioni che ho ricevuto – circa duemila in altre zone di Italia. Quindi, ormai a Rosarno di questi pendolari ne saranno rimasti 200, 300, e il grosso non c’è più ormai. Anche sotto questo aspetto, non è prevedibile che si possano ripetere faccende del genere. Sono le istituzioni civili che dovrebbero darsi da fare. E i nostri stessi rappresentanti, quelli della zona, anche loro, o hanno paura oppure addirittura sono collusi.







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