La vicenda di Rosarno: la riflessione del vescovo Luciano Bux
Con un messaggio da leggere nelle Messe di domenica e prefestive di domani, il vescovo
di Oppido Palmi, Luciano Bux, ha voluto ringraziare la diocesi per quanto fatto durante
i giorni degli scontri, tra immigrati e cittadini, avvenuti a Rosarno. “La misericordia
di Dio praticata dal nostro clero e dai nostri laici mi è stata di grande conforto
nelle recenti tristi giornate” è scritto nel messaggio”. Un atteggiamento che mons.
Luciano Bux, conferma nell’intervista di Alessandro Guarasci: R.
– Ossequienti al Vangelo e accogliendo non solo come esseri umani, ma come fratelli,
la diocesi. Il resto della popolazione, però, non è stato ostile: ha apprezzato quello
che le varie parrocchie, oppure i vicariati e la Caritas diocesana, facevano e quello
per cui si sono prodigati. E parecchie persone, che pure non frequentano i sacramenti
- la domenica non vengono a Messa - hanno contribuito con offerte economiche. D.
– Ma, comunque, lei è rimasto sorpreso della reazione della popolazione o in qualche
modo se l’aspettava? R. – Quando le televisioni nazionali trasmettevano
le notizie, i cittadini di Rosarno che hanno occupato il Comune non arrivavano a cento
persone, e Rosarno ha più di 15 mila abitanti: erano parole sproporzionate! E' vero
che quelli che avrebbero potuto opporsi, hanno avuto paura. C’è stato un intellettuale
di Palmi che ha pubblicato un articolo sulla Stampa di Torino affermando: “Abbiamo
il diritto di non essere eroi”. Io sono qui da 10 anni e non ci sono mai stati problemi
da parte della popolazione nei confronti delle migliaia di immigrati - quei pendolari
che poi passano in altre zone del sud per la raccolta dei pomodori e per altri lavori
agricoli - e nemmeno, a maggior ragione, nei confronti delle persone che sono diventate
residenti. D. – Per evitare che si ripetano fatti di questo
tipo, l’apporto delle istituzioni è fondamentale. Si risolve tutto mandando più polizia
a Rosarno? R. – No, assolutamente. D’altra parte ne hanno deportato,
perché questa è la parola che io mi sento di usare dalle relazioni che ho ricevuto
– circa duemila in altre zone di Italia. Quindi, ormai a Rosarno di questi pendolari
ne saranno rimasti 200, 300, e il grosso non c’è più ormai. Anche sotto questo aspetto,
non è prevedibile che si possano ripetere faccende del genere. Sono le istituzioni
civili che dovrebbero darsi da fare. E i nostri stessi rappresentanti, quelli della
zona, anche loro, o hanno paura oppure addirittura sono collusi.