2010-01-15 15:03:09

Il presidente Obama: tassa sulle banche Usa responsabili della crisi


Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha proposto una nuova “tassa sulla responsabilità” della crisi economica da imporre alle maggiori società finanziarie americane salvate dalla recessione con il denaro pubblico. Il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss Khan, ha accolto con grande favore l'annuncio. Mentre i grandi istituti bancari si preparano a dare battaglia prima che l’imposta riceva il via libera dal congresso. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

''Vogliamo recuperare i nostri soldi e li recupereremo''. Ha il tono della sfida l’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, del suo progetto di tassa sulla crisi rivolta alle grandi banche americane. Nel suo intervento, il presidente Usa ha spiegato di avere preso la decisione spinto dagli enormi profitti e i bonus, definiti “osceni”, generati e versati ai manager dei colossi finanziari salvati grazie al denaro pubblico. Obama ha inoltre ricordato che i responsabili della maggiore crisi finanziaria del dopoguerra sono proprio molti di questi istituti che, prima di aver beneficiato dell’assistenza statale, hanno avuto “comportamenti rischiosi”. La cosiddetta “tassa di responsabilità” riguarderà soltanto le maggiori istituzioni finanziarie, quelle con asset superiori ai 50 miliardi di dollari. Il 60% del’imposta, in base ai calcoli della Casa Bianca, sarà fornita dalle 10 maggiori banche del Paese. E si calcola in un massimo di circa 117 miliardi di dollari in 12 anni le somme da recuperare. Ma le banche sono già passate al contrattacco fornendo previsioni catastrofiche per tutto il settore del credito. Molti analisti mettono poi in guardia sulle possibili pressioni che le lobby eserciteranno sul Congresso che sarà presto chiamato ad esprimersi sul provvedimento.
 
Iran scarcerazioni
Le autorità iraniane hanno liberato la sorella del premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, e le 30 madri in protesta da mesi per la scomparsa dei loro figli, arrestate giorni fa in un parco di Teheran. Secondo alcuni siti web vicini all’opposizione, ieri sono stati rilasciati anche tre esponenti riformisti arrestati nel corso delle manifestazioni del 27 dicembre nella capitale. Si tratta di Chapour Kazemi, cognato del riformatore Hossein Mussavi, Hassan Abedi Jafarim uno dei suoi consiglieri, e Morteza Haji, Ministro del lavoro durante la presidenza di Mohammad Khatami.

Iran nucleare
Sale l’attesa per la riunione di domani a New York del gruppo “5+1” sul dossier nucleare iraniano. La Cina - scettica verso l’ipotesi di nuove sanzioni contro Teheran - parteciperà al summit con un semplice delegato e non con il rappresentante del ministero degli Esteri come gli altri Paesi.

Afghanistan
Almeno nove militanti talebani si sono arresi nelle ultime ore nell'Afghanistan orientale. Lo rende noto oggi a Kabul il comando dell’Isaf . “Le prime informazioni disponibili – si legge nel comunicato dell’Isaf - indicano che ex membri talebani si sono presentati alle autorità governative per avviare un processo di reintegrazione nella società”. Intanto, il Giappone ha annunciato la fine della missione navale di supporto logistico e di rifornimento alla coalizione internazionale impegnata in Afghanistan. La decisione fa seguito al proposito espresso dal Partito Democratico nipponico tornato al potere nell’agosto scorso.

Pakistan
Il primo ministro pakistano Gilani ha criticato i frequenti raid missilistici dei droni statunitensi. “Fomentano la rivolta degli estremisti – ha detto - e minano il controllo del territorio”. Gilani ha puntato il dito contro gli Stati Uniti anche per le restrizioni imposte ad Islamabad sul nucleare. Parlando di “deficit di fiducia tra i due Paesi” il premier pakistano ha infine detto che gli americani possono escludere la vittoria in Afghanistan senza l'aiuto di Islamabad.

Iraq
Nuova ondata di attacchi in Iraq. Almeno 12 persone ieri hanno perso la vita e altre 20 sono rimaste ferite nel triplice attentato compiuto nella città santa di Najaf, a sud di Baghdad. Tre autobomba sono esplose in sequenza in tre luoghi diversi del centro della città, nei pressi del mausoleo dell'imam Ali e di un mercato di frutta e verdura.

Cina-Google-Stati Uniti
Non accenna a placarsi la polemica tra la Cina e la compagnia Google che, dopo alcuni attacchi informatici, si rifiuta di applicare agli utenti cinesi i filtri della censura imposti dal governo di Pechino. Sulla questione è intervenuto anche un alto funzionario del Dipartimento di Stato americano, chiedendo “spiegazioni” a diplomatici cinesi durante un incontro a Washington. Intanto, il ministero cinese del Commercio getta acqua sul fuoco spiegando che “qualsiasi decisione presa da Google non influirà sulle relazioni economiche tra la Cina e gli Stati Uniti”.

Malaysia
Pericolo di attacchi terroristici contro gli stranieri in Malaysia, già teatro in questi giorni di azioni anti-cristiane. A diffondere l’allarme è l’ambasciata americana nel Paese che, in un messaggio sul proprio sito Internet, parla di rischio elevato nel Borneo. Si raccomanda dunque la massima cautela nei viaggi e negli spostamenti nella regione.

Giordania
In Giordania, ancora nessuna rivendicazione per il fallito attentato di ieri ad Amman contro due diplomatici israeliani, mentre erano a bordo delle loro auto in viaggio verso lo Stato ebraico. Il convoglio è stato colpito solo di striscio dallo scoppio una mina, probabilmente azionata a distanza.

Sudan
In Sudan si discute delle elezioni presidenziali del prossimo mese di aprile, le prime multipartitiche degli ultimi 24 anni. I ribelli del sud hanno scelto di candidare un musulmano laico nella sfida il presidente Omar el-Bechir, su cui pende un mandato di arresto internazionale. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 15

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