2010-01-14 15:38:00

Presentato a Roma il Codex Pauli, opera miniata che raccoglie l'intero corpus paolino


Celebrare San Paolo, Apostolo delle Genti, attraverso un’opera monumentale, una testimonianza perenne delle celebrazioni per il bimillenario della sua nascita, concluse lo scorso giugno. A questo scopo è stato concepito il Codex Pauli, un’opera letteraria che riunisce l’intero corpus paolino, fra cui le Lettere e gli Atti degli Apostoli, e poi scritti apocrifi e contributi dei più noti esegeti di San Paolo, come di autorevoli teologici e biblisti. Un tomo pubblicato in edizione limitata, per iniziativa dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura, in collaborazione con Paulos, presentato ieri presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma. C’era per noi Claudia Di Lorenzi:RealAudioMP3

Concepito nello stile degli antichi codici monastici, arricchito da una minuziosa selezione di fregi, miniature e illustrazioni, dai cromatismi delicati mescolati ai tratti splendenti dell’oro, il Codex Pauli nasce come tributo all’Apostolo delle Genti, a rendere testimonianza della ricchezza - per i più ancora tutta da scoprire - della sua esperienza, straordinariamente feconda in virtù della sua indubbia attualità. Un’opera riprodotta in sole 998 copie, che per la finitura di ogni pagina e per il tesoro che raccoglie, negli scritti del Protoapostolo e nei commenti dei Padri della Chiesa e di biblisti e teologi contemporanei, si presenta al pubblico come una vera opera d’arte, dove l’elemento puramente estetico è asservito al racconto del sacro. Il pregio dell’opera nelle parole di padre Edmund Power, Abate della Basilica di San Paolo fuori le Mura:

“Ci sono diversi livelli: il primo, e forse più importante, è quello della presentazione della Parola di Dio, in particolare la parola di Paolo perché lui, in modo particolare, è portavoce della Parola di Dio. Abbiamo cercato, però, non soltanto di esprimerla con parole belle, ma anche con tante immagini artistiche, tutte colorate, miniate, che vengono dai Codici dell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura. La fonte più importante, ovviamente, è la Bibbia Carolingia del IX secolo: un sincretismo di bellezza, quindi, a diversi livelli.”

Un’opera che – ha sottolineato il padre archimandrita Mtanios Haddad, apocrisario del Patriarca dei Greco Melchiti, Gregorio III - in sé riflette la ricchezza delle Chiese cristiane, d’Oriente e d’Occidente, ma soprattutto il prodigio dell’unità nella diversità. Un mosaico armonioso che ben descrive anche la figura dello stesso Paolo, figlio di tradizioni e culture differenti, proteso nel dialogo coi gentili e con fedeli di confessioni e religioni diverse. Ancora padre Power:

 “Paolo era uomo di diverse culture: nato in una città romana, nel contesto degli ebrei ma con una cultura greca; uomo di diverse culture, quindi, molto sensibile al dialogo, al contatto tra queste culture. E questo, in realtà, è il nostro mondo di oggi: la sfida di far dialogare veramente ebrei e musulmani con i cristiani, per capirsi gli uni gli altri. E io credo che Paolo, con la sua esperienza e convinzione, sia un modello per noi”.

 Una fonte alla quale attingono anche i cristiani di oggi, ai quali Paolo – ricorda l’Abate di San Paolo fuori le mura - si presenta sotto molteplici aspetti, ma soprattutto nella sua propensione all’incontro con l’altro:

“Forse il comunicatore di oggi. Questo è uno dei suoi aspetti. Infatti, lui senz’altro avrebbe usato ogni mezzo possibile – di quelli che noi abbiamo oggi e che lui, ai suoi tempi, non aveva. L’altro aspetto, che mi sembra forse più importante, è quello dell’“amante”: lui si è veramente innamorato di Cristo, e questo è quello che ha trasformato la sua vita. Credo che si sia trattato di vero amore, non di sentimentalismo: e questo è l’unico modo, per tutti, per trasformare il mondo. Tutti noi lo comprendiamo, anche se non siamo poi bravissimi a metterlo in pratica nella nostra vita”.

Un’eredità che ha inteso raccogliere e rilanciare l’Anno Paolino da poco concluso, generoso di frutti. Ce ne parla il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, arciprete emerito di San Paolo fuori le Mura:

“La prima cosa, è la conoscenza, lo dice San Pietro, nella sua Seconda Lettera. Anche San Paolo scrive su queste cose, ma è difficile e poco conosciuto e anche male interpretato. Il Papa ha insistito molto sull’aspetto tematico di far conoscere meglio San Paolo, penetrare meglio in quella che è stata la sua dottrina, una delle fonti fondamentali della nostra conoscenza della fede. L’Anno Paolino ha avuto manifestazioni in tutto il mondo e in tutti i settori delle attività umane. Qui siamo di fronte ad un esempio di editoria eccezionale, straordinario, di grande valore. E questo manifesta come l’Anno Paolino non sia stato un evento che si è chiuso, ma che ha avuto dei riflessi che si continuano a scoprire sempre di più e sempre meglio, nei modi più diversi.”

 
Leggete Paolo e pregate con le sue parole giacché nei suoi scritti “troverete Cristo” è infine l’esortazione di padre Power, che ha invitato i fedeli ad essere lettera viva di Cristo, “vergata non con inchiostro ma con lo Spirito del Dio vivo”.







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