2010-01-14 15:26:57

Dopo la forte opposizione della Chiesa, il presidente brasiliano Lula ritira la legge pro-aborto


Dopo la forte opposizione espressa dalla Chiesa cattolica, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha ordinato la modifica di una legge pro-aborto. Il testo, inserito nel terzo Piano nazionale dei diritti umani, prevedeva "l'appoggio all'approvazione del progetto di legge che depenalizza l'aborto, considerando l'autonomia delle donne di decidere sui loro corpi". Nel nuovo testo verrà invece soppressa la parte che parla dell'autonomia della donna, in quanto significherebbe appoggiare la decisione di interrompere la gravidanza e, "questa non è - secondo il quotidiano brasiliano 'Folha' di S. Paulo - la posizione del Governo e di Lula". Il presidente brasiliano aveva firmato la legge alla fine di dicembre, e la norma era stata già pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale brasiliana. La legge pro-aborto è stata ritirata dopo che il vescovo di Assis, mons. José Simao, responsabile del Comitato della difesa della vita della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, aveva dichiarato che la Chiesa considera la norma "un'azione autoritaria e antidemocratica del Governo Lula". Il 'presidente-operaio' ha dichiarato di voler "risolvere al più presto la faccenda" poiché la polemica su questo argomento è stata grande ed esagerata. Attualmente la legislazione brasiliana permette l'interruzione di gravidanza solo in caso di stupro o di rischio di morte per la madre, e deve essere praticata esclusivamente da un medico. Per tutti gli altri casi la donna che abortisce rischia fino a tre anni di carcere, e il medico o la persona che pratica l'aborto rischia fino a 20 anni di prigione. (R.G.)







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