2010-01-13 16:11:02

La Chiesa del Costa Rica ‘boccia’ i progetti a cielo aperto dell’industria mineraria


La Chiesa del Costa Rica esprime preoccupazione per il discusso progetto “Las Crucitas de Cutris de San Carlos”, nella provincia di Alajuela, riguardo un giacimento minerario a cielo aperto. I vescovi della nazione centroamericana sono tornati a pronunciarsi con un ampio documento per ribadire che “studi scientifici hanno dimostrato che l’industria mineraria chimica ha forte impatto negativo sull’ambiente, soprattutto nelle aree che sono molto ricche di biodiversità”. Tra tali conseguenze rischiose i presuli ricordano il disboscamento, l’alterazione della geomorfologia, l’inquinamento atmosferico con piombo e mercurio, l’emissione di gas serra, il danno alle falde acquifere, l’immagazzinamento di sostanze tossiche e, dunque “molti rischi per la salute dei lavoratori e lavoratrici delle comunità coinvolte”. I presuli considerano opportuno “continuare lo sforzo necessario per guidare uno sviluppo in un modo armonioso con la natura” evitando “le visioni utilitariste o economiciste” e perciò capace di tenere conto, “nel bilancio reale, considerazioni tecniche ed etiche”. Oggi più che mai, scrivono i vescovi del Costa Rica, tutta la nazione “deve persistere nel raggiungimento di un modello di sviluppo sostenibile e di pace con la natura”. Spiegando il senso di questo loro intervento i vescovi affermano che “la Chiesa ha la responsabilità nei confronti del Creato e di ciò deve rendere pubblica testimonianza”, e sulla questione citano ampiamente diversi brani sulle sfide ambientali di Benedetto XVI contenuti nell’enciclica “Caritas in veritate”. Per i presuli difendere il Creato non è solo un dovere; è anche, dicono, un diritto che obbliga tutti a tenere conto che se non si protegge la natura in qualche modo si fa del male ai propri simili. In questo senso, la Chiesa “denuncia ogni atto che possa intaccare questo diritto di tutti” e ricorda allo Stato il suo dovere di “garantire, difendere e preservare” per tutti i cittadini questo bene comune. La dichiarazione, che firmano i vescovi membri del Comitato di presidenza, tra cui il suo presidente mons. Hugo Barrantes Ureña, arcivescovo di San José, chiede al capo dello Stato, Oscar Arias, di derogare il decreto che attribuisce al progetto “Las Crucitas de Cutris de San Carlos” la qualità di “interesse pubblico e convenienza nazionale”. Inoltre, concludono i presuli, sarebbe raccomandabile dichiarare una “moratoria definitiva riguardo l’esplorazione lo sfruttamento delle miniere a cielo aperto su tutto il territorio nazionale”. (A cura di Luis Badilla)







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