In Portogallo Benedetto XVI “parlerà a credenti e non credenti”, affermano i vescovi
Riuniti ieri a Fatima, i vescovi portoghesi hanno affermato che in occasione della
sua visita in Portogallo, in programma dall'11 al 14 maggio prossimi, Benedetto XVI
parlerà a credenti o non credenti. “Il Papa parlerà a tutti”, ha affermato padre Manuel
Morujão, portavoce e segretario della Conferenza episcopale portoghese (Cep), come
rende noto l'ufficio stampa del Santuario. “La Chiesa non chiude la porta a nessuno
e apre il suo cuore a tutti”, ha aggiunto. Nel corso di una conferenza stampa dopo
i lavori della riunione del Consiglio permanente della Cep, padre Morujão ha anche
detto che nella prossima riunione del Consiglio, il 9 febbraio a Fatima, verrà presentata
una Nota Pastorale relativa alla visita del Papa in Portogallo. La Nota - riferisce
l'agenzia Zenit - “rappresenterà un beneficio per la qualità di vita della Chiesa
e della società”, ha dichiarato. La decisione del Vescovo di Roma di visitare il Portogallo
è stata annunciata nel settembre 2009. Nel mese di dicembre è stato diffuso il programma,
che prevede la presenza del Pontefice a Lisbona, Fatima e Porto. Benedetto XVI si
recherà nel Paese in pellegrinaggio e in visita ufficiale, su invito della Conferenza
episcopale portoghese e della Presidenza della Repubblica del Portogallo. In margine
ai lavori del Consiglio permanente, il portavoce dei vescovi portoghesi, ha definito
un "atto precipitoso" e una "ferita nel sistema democratico del Paese“ l’approvazione
da parte del governo lusitano del matrimonio tra persone dello stesso sesso. “E’ stato
– ha detto padre Morujão - un atto precipitoso, e l’assenza di un referendum su tale
materia apre una ferita nella democrazia del Paese, perché non ha preso in considerazione
la richiesta di consultazione popolare avanzata da almeno centomila persone”. “I
vescovi - ha detto padre Morujão - si attendevano misure di protezione del matrimonio
tra uomo e donna, atte a favorire la nascita di figli nella coppia, la loro salute,
l’educazione, il lavoro, in modo che la struttura familiare tradizionale fosse protetta,
e non indebolita e messa in discussione”. (R.P.)