2010-01-13 11:56:51

Il Papa al rabbino Di Segni: la visita in Sinagoga sia un'ulteriore tappa nel cammino di amicizia tra ebrei e cattolici. Il cardinale Kasper: guardiamo a ciò che è comune


L’auspicio che la prossima visita nella Sinagoga di Roma costituisca “un'ulteriore tappa nell'irrevocabile cammino di concordia e amicizia” tra ebrei e cattolici è stato espresso dal Papa in un telegramma inviato, a firma del segretario di Stato Tarcisio Bertone, al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in risposta ai suoi “graditi auguri natalizi”. Benedetto XVI esprime il suo “vivo ringraziamento” al rabbino capo, ricambiando “fervidi voti” per il nuovo anno. La visita del Papa alla Sinagoga della capitale si svolgerà nel pomeriggio di domenica prossima 17 gennaio, in occasione della Giornata del dialogo ebraico-cattolico. Il Pontefice conclude il messaggio esprimendo la speranza che questo evento “manifesti e accresca la fraternità tra ebrei e cattolici”. Sulla visita del Papa in Sinagoga ecco la riflessione del cardinale Walter Kasper, presidente della Commissione per i rapporti religiosi con l’Ebraismo, raccolta da Philippa Hitchen durante un incontro del porporato oggi con la stampa a Roma:RealAudioMP3

R. – Io spero che questo evento possa migliorare i rapporti tra ebrei e cattolici in Italia, perché ci sono problemi dovuti a una certa sensibilità. Spero che la visita del Papa alla Sinagoga di Roma sia un segno che il dialogo avanza. Durante la visita non si parlerà molto delle differenze – perché tutti sanno quali sono le differenze fondamentali tra ebraismo e cristianesimo e che ci sono anche problemi concreti – ma l’intenzione di questa visita è parlare di ciò che abbiamo in comune, ed è molto! Abbiamo in comune la fede in un Dio unico, e questo – in un mondo secolarizzato – è una cosa importante: dare testimonianza di un Dio unico, del fatto di santificare il nome di Dio, come è detto nei Dieci Comandamenti, e rispettare il Sabato, avere cioè un tempo riservato per Dio … Ci sono delle cose che ormai non sono usuali nella nostra società più o meno secolarizzata e possiamo rendere comune testimonianza anche sugli altri Comandamenti: la tutela della vita, della famiglia, la giustizia sociale, la pace … Questo è il nuovo orientamento dei nostri rapporti. Nei primi dieci anni si è parlato del passato: c’è stato molto da parlare, anche sulla Shoah; poi siamo passati ai problemi attuali della società moderna, ragionando su cosa possiamo fare insieme su questa base comune. Penso che già adesso ci sia una collaborazione enorme!







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