Iran: una bomba uccide uno scienziato nucleare. Teheran accusa Israele e Stati
Uniti
In Iran, l’esplosione di un ordigno ha provocato la morte di un docente universitario,
che secondo la tv di Stato era uno scienziato nucleare vicino al governo e con responsabilità
politiche. L'attentato è avvenuto mentre cresce la tensione con la comunità internazionale
sul programma nucleare iraniano. Teheran ha accusato apertamente dell’accaduto gli
israeliani e gli occidentali. Tesi che non convince Nàriman Ardalàni, presidente
dell’Associazione medici iraniani in Italia, intervistato da Eugenio Bonanata:
R. – Francamente
anche noi lo abbiamo appreso dalle notizie dei vari giornali radio e tv della regione.
Probabilmente questo professore universitario o è partecipe o ha partecipato attivamente
a queste ultime manifestazioni degli studenti, appoggiandoli per un verso o per l’altro,
anche perché ultimamente abbiamo visto una serie di comunicati firmati da più docenti
universitari delle diverse università iraniane, condannando l’arresto di massa e l’arresto
degli studenti universitari e la represssione che è in atto in Iran, soprattutto negli
ambienti universitari.
D. – Nei prossimi giorni la
comunità internazionale tornerà a riunirsi per discutere di nuove possibilità sanzioni
contro l’Iran, che non vuole rinunciare al suo programma nucleare. Quali le speranze
al riguardo?
R. – Il governo iraniano con i proventi
del petrolio e le sue relazioni commerciali con l’estero, e soprattutto con l’Occidente,
finanzia il progetto nucleare e il terrorismo. Quindi speriamo che sia questo un passo
decisivo: è quasi un anno che il governo Obama ha concesso tempo al governo iraniano
per stringere la mano tesa degli Stati Uniti. D’altro canto, però, bisognerebbe anche
considerare che questo anno è servito al governo iraniano per portare avanti il suo
progetto nucleare. L’embargo colpisce puntualmente e precisamente il braccio finanziario
del governo iraniano e, quindi, noi andremo a bloccare e a colpire il progetto nucleare
del regime iraniano, la repressione all’interno perché anche la repressione comporta
una spesa ed un dispendio monetario non indifferente, che viene comunque alimentato
dai proventi delle relazioni commerciali con l’estero. Yemen,
negoziati per rilascio degli ostaggi tedeschi e del britannico In Yemen, sono
cominciati i negoziati per il rilascio dei cinque ostaggi tedeschi (tra cui tre bambini)
e un britannico, sequestrati a giugno. Secondo le autorità, sono stati localizzati
a Saada, un'antica città nel nord del Paese. La zona è stata teatro nelle ultime ore
di un'intensa operazione militare delle forze yemenite, che hanno setacciato la zona,
perquisendo casa per casa. Secondo il governo di Sanaa, nell'operazione per “ripulire
la città dai ribelli sciiti Houti”, sono morte 19 persone.
Afghanistan,
raid della Nato nel sud: 13 civili uccisi Le truppe della Nato avrebbero provocato
la morte di almeno 13 civili in un'operazione del distretto di Germsir, nella provincia
meridionale di Helmand, nel sud dell’Afghanistan. Lo hanno rivelato alcuni testimoni,
secondo cui oltre una ventina di persone sarebbero rimaste ferite. Tutto è cominciato
con un raid contro un'abitazione, seguita da una protesta della popolazione locale,
che ha lanciato pietre contro una base militare americana. Secondo il racconto dei
testimoni, i soldati della Nato hanno risposto aprendo il fuoco e uccidendo 13 civili.
Iraq,
riaperte vie d’accesso dopo allarme autobomba Sono state riaperte le vie d'accesso
a Baghdad ed è ripresa la circolazione lungo le arterie principali della città dopo
che questa mattina le forze di sicurezza irachene avevano bloccato la circolazione
per un allarme attentati con un'autobomba. Secondo quanto ha annunciato la sicurezza
irachena, il provvedimento di questa mattina è stato preso per permettere ai militari
di effettuare una serie di perquisizioni che hanno portato all'arresto di 25 terroristi.
Nel corso delle perquisizioni, che hanno interessato diversi quartieri della città,
sono stati rinvenuti 200 chili di esplosivo Tnt, 200 litri di materiale chimico C4
e grosse quantità di nitrato e ammoniaca, tutte utili per realizzare ordigni ad alto
potenziale esplosivo.
Corea del Nord, pronta a riaprire il tavolo a sei
sulla denuclearizzazione del Paese La Corea del Nord chiede la revoca immediata
delle sanzioni e si dice pronta a riprendere subito il tavolo a sei sul processo di
denuclearizzazione. Lo afferma l'ambasciatore nordcoreano in Cina, Choe Jin-su, nel
corso di un incontro con la stampa a Pechino. Pyongyang, inoltre, intende avere colloqui
con Stati Uniti e Cina per sostituire l'armistizio della Guerra di Corea (1950-53)
con un trattato di pace.
Medio Oriente, domani a Bruxelles incontro Usa-Russia-Onu-Ue Il
Medio Oriente rimane al centro degli sforzi della diplomazia internazionale per far
ripartire il processo di pace israelo-palestinese. Domani, a Bruxelles riunione dei
Paesi mediatori del cosiddetto Quartetto: Onu-Unione Europea-Stati Uniti e Russia,
mentre è atteso nella regione l’inviato della Casa Bianca, George Mitchell. Il servizio
di Roberta Rizzo:
L’inviato
di Barack Obama per il Medio Oriente, George Mitchell, si prepara a una nuova missione
in Israele e nei Territori occupati per tentare di sbloccare l’impasse nella regione
e riavviare un negoziato di pace. Prima di partire, Mitchell parteciperà a Bruxelles
a una riunione dei membri del Quartetto per il Medio Oriente composto da Usa, Russia,
Unione europea e Onu. Si tratta del primo incontro del Quartetto dall'Assemblea
generale dell'Onu a settembre a New York. Mitchell dovrebbe fare il punto sulla nuova
iniziativa di pace americana. “Lavoriamo con le parti per riprendere i negoziati il
più presto possibile - ha dichiarato il senatore Usa - con un calendario determinato
per arrivare a una conclusione positiva”. Segnali poco incoraggianti, intanto,
sono giunti dall’incontro, di pochi giorni fa, a Sharm el-Sheikh tra il presidente
palestinese Abu Mazen e l’egiziano Hosni Mubarak. Abu Mazen ha ribadito che non sarà
possibile avviare un negoziato di pace finché Israele non bloccherà definitivamente
la costruzione di nuovi edifici in Cisgiordania e a Gerusalemme est. Obiettivo difficile
dal momento che, domenica scorsa, il premier israeliano Benjamin Netanyahu, aveva
avvertito che non avrebbe più tollerato le violazioni palestinesi del cessate il fuoco
e avrebbe reagito con la forza. Intanto, a un anno dal termine del conflitto, è tornata
alta la tensione nella Striscia di Gaza, dopo che miliziani palestinesi hanno sparato
colpi di mortaio sul territorio dello Stato ebraico. Un miliziano di Hamas è rimasto
ucciso da un missile nel nord della Striscia.
Nigeria,
rapiti tre britannici e un colombiano Tre britannici e un colombiano sono stati
rapiti stamani nel sud della Nigeria, zona petrolifera del Paese. Lo hanno reso noto
fonti della sicurezza. I quattro uomini sequestrati lavoravano in una struttura per
l'estrazione del gas della Shell. Sono stati rapiti intorno alle 7:30 locali nei pressi
della città di Port Harcourt, capitale dello stato di Rivers. Il sequestro al momento
non è stato rivendicato.
Morta all’età di 100 anni Miep Gies: salvò il diario
di Anna Frank Si è spenta all’età 100 anni Miep Gies, la donna che scoprì e
custodì il diario di Anna Frank, la ragazza ebrea diventata uno dei simboli della
Shoah. Nata il 15 febbraio 1909 a Vienna, la Gies era un'impiegata di Otto Frank,
ebreo tedesco trasferitosi in Olanda nel 1933 poco dopo la salita al potere di Adolf
Hitler in Germania. Tra il 1942 e il 1944, assieme ad altri cinque colleghi, aiutò
i Frank e altre quattro persone a vivere nascosti al numero 263 di Prisengracht, ad
Amsterdam, nella casa che oggi è stata trasformata in un museo.
Maltempo,
l’Europa ancora nella morsa del gelo Il maltempo continua a colpire l'Europa
e l'Italia. Numerose le vittime del freddo: in Polonia oltre cento persone morte per
ipotermia, più di venti in Gran Bretagna. Neve anche nella penisola iberica: imbiancata
persino Siviglia, nell'estremo Sud, per la prima volta da 50 anni a questa parte.
Senza corrente elettrica diversi paesi nella Polonia meridionale mentre a Praga si
registra la nevicata più intensa degli ultimi 17 anni. Ancora limitati i collegamenti
Eurostar tra Londra, Parigi e Bruxelles. Dall'altra parte del mondo, Melbourne ha
vissuto la notte più calda da 108 anni: 34 gradi. (Panoramica internazionale a
cura di Roberta Rizzo)
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana
Anno LIV no. 12
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