Venezuela: la preoccupazione dei vescovi per la violenza diffusa nel Paese
Al termine della loro 90.ma Assemblea plenaria, i vescovi del Venezuela in un comunicato
stampa offrono un’ampia sintesi delle principali questioni discusse durante i tre
giorni in cui hanno tracciato un bilancio delle loro azioni nel corso del 2009. I
vescovi danno anzitutto il benvenuto al nuovo nunzio del Papa mons. Pietro Parolin,
insieme con il quale hanno condiviso l’analisi dei tre eventi principali, che hanno
segnato la pastorale degli ultimi mesi: l’applicazione delle raccomandazioni del Concilio
plenario, l’avvio della Missione continentale e la preparazione della visita ad Limina
del giugno scorso. Sotto la guida dell’arcivescovo di Maracaibo, mons. Ubaldo Santana,
attuale presidente della Conferenza episcopale, i presuli, seguendo la traccia della
sua introduzione, hanno affrontato diversi altri problemi nel panorama internazionale
e nazionale, che influiscono sull’opera pastorale e sull’evangelizzazione anche perché
- si legge nel comunicato che cita parole dell’arcivescovo Santana - “è un dovere
proprio” dei vescovi “progettare alla luce del Vangelo le questioni sociali del nostro
tempo. Noi cattolici interpretiamo i movimenti naturali e storici non con un senso
fatalista, quasi il cosmo e la storia stessa non avessero una guida, bensì come un’opportunità
per crescere; tenendo conto che sono crisi di purificazione e segni di speranza”,
che parlano di “nuove realtà in arrivo”. Con riferimento alla situazione del Paese,
il presidente dell’episcopato e con lui l’Assemblea dei vescovi ha ricordato la nuova
legge sull’educazione ed i gravi problemi “della violenza, povertà e polarizzazione”
che affliggono la nazione. “Secondo analisi nazionali e internazionali - annota il
comunicato - il Venezuela è diventato una società violenta. Con dolore avvertiamo
l’aumento, nelle città e nella campagna, del tasso di mortalità a causa di azioni
violente. Vittime principali di questi atti purtroppo sono spesso bambini e giovani.
L’insicurezza, insieme con la violenza, si sono impadronite del Paese senza distinguere
colore politico, classe sociale, o appartenenza religiosa, trasformandosi così nel
problema più grave che il nostro popolo deve affrontare ogni giorno”. Ribadendo quanto
già detto in documenti precedenti i vescovi lanciano ancora il loro grido di dolore
per la “graduale perdita del senso sacro della vita umana” così come per le “condizioni
di povertà che patiscono molti cittadini e che spesso diventa causa dei conflitti
sociali”. Perciò i presuli chiedono ancora di prendere coscienza sul fatto che “la
povertà si combatte efficacemente con l’equità sociale”. Riflettendo sulla polarizzazione
politica, i presuli, chiedono rispetto della costituzionalità così come la fine “degli
scontri, dell’intolleranza, delle divisioni, delle discriminazioni politiche” ed auspicano
un clima di “dialogo, rispetto reciproco, amnistia, riconciliazione e partecipazione”.
Infine, con riferimento alla nuova legge sull’educazione entrata in vigore l’anno
scorso, i vescovi venezuelani ribadiscono le loro perplessità sul modo ed il metodo
usato per elaborare il testo legale, in particolare sul fatto “che sono stati esclusi
tutte le componenti della società”, in particolare i diretti interessati, professori
e genitori. “In materia di tanta trascendenza - affermano i presuli - i politici non
possono prendere decisioni esclusive, senza cercare il consenso”, soprattutto quando
si fa un gran parlare del “pluralismo”. (A cura di Luis Badilla)