2010-01-11 16:24:16

Rosarno: vertice in Procura sulle violenze. I cittadini: no al razzismo


Rosarno ieri in piazza per respingere l’immagine di città xenofoba. Una grande manifestazione ha percorso le strade della cittadina calabrese, al grido “non siamo razzisti”. Intanto sulle violenze dei giorni scorsi nella Piana di Gioia Tauro è intervenuto pure il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il servizio è di Salvatore Sabatino:

Riferirà oggi in Parlamento sui fatti di Rosarno il ministro dell'Interno Maroni, dopo aver fatto ieri il punto al Viminale con i vertici della sicurezza nazionale. A questo punto la priorità è quella di identificare i responsabili delle violenze, verificando possibili infiltrazioni mafiose. Il presidente della Repubblica Napolitano, dal canto suo, ha annunciato la sua presenza a Reggio Calabria il 21 gennaio prossimo per riaffermare i valori di legalità e di solidarietà, che “sono stati – ha detto - entrambi oscurati”. E intanto ieri pomeriggio Rosarno è scesa in piazza con una manifestazione per respingere l'immagine di città xenofoba e mafiosa, mentre è stata completata la demolizione delle baracche degli immigrati, che sono stati trasferiti tra Crotone e Bari Palese. Dura la presa di posizione dell’Osservatore Romano, che parla di “episodi di razzismo disgustosi, che riportano all’odio muto e selvaggio verso un altro colore di pelle, che credevamo – scrive Giulia Galeotti – di aver superato”.

Ma chi sono questi uomini che fino a pochi giorni fa erano la forza lavoro di Rosarno? Paolo Ondarza lo ha chiesto al segretario Cisl di Reggio Calabria, Cosimo Piscioneri.RealAudioMP3

R. – Queste sono persone che in gran parte venivano utilizzate per lavori in agricoltura. Parecchie di loro avevano il contratto stagionale, qualcuna aveva il contratto a tempo pieno e gran parte di loro erano senza il permesso di soggiorno. Quindi, lei capisce che venivano utilizzate in modo clandestino, in modo disumano.

 
D. – Sfruttati da chi?

 
R. – Vengono utilizzati maggiormente nelle raccolte agricole, nelle raccolte degli agrumi, delle olive, nella lavorazione delle campagne.

 
D. – Per quante ore al giorno?

 
R. – Normalmente fanno nove, dieci ore al giorno.

 
D. – Nove, dieci ore stipendiate come?

 
R. – Per quello che sappiamo noi, perché è complicato specialmente con gli stagionali riuscire a parlare con loro, mantenere dei collegamenti stabili, perché non si fidano. Li tengono inoltre in alcune proprietà private, dove gli danno anche l’alloggio. I datori di lavoro li tengono in casolari dove è difficile poter andare a vedere e a parlare. Normalmente, dicevo, gli danno dai 20 ai 25 euro al giorno.

 
D. – Sono lavoratori, spesso, non in regola e quindi sfruttati, però per un lavoro che è indispensabile...

 
R. – Specialmente la raccolta degli agrumi e delle olive nella Piana di Gioia Tauro sono le attività agricole predominanti. Verosimilmente i lavoratori italiani per quelle somme non vanno e il lavoratore italiano pretende l’assicurazione e tutte quelle cose che aumenterebbero di parecchio il costo del lavoro per quelle aziende.

 
D. – Una buona parte di loro ha fatto domanda di asilo politico e, quindi, è presente legalmente sul territorio ed è anche tutelabile da un punto di vista sindacale. Il sindacato cosa ha fatto per loro, se ha potuto fare qualcosa?

 
R. – Per loro ancora non si è potuto fare niente. Solo quando gli viene riconosciuto l’asilo politico si riesce ad avere un modo per tutelarli.

 
D. – Prima no?

 
R. - Prima diventa complicato per noi riuscirci. Anche perché prima è difficile che un datore di lavoro prenda qualcuno a lavorare se non in nero.

 
D. – Dopo quanto accaduto, viene a mancare una manodopera indispensabile...

 
R. – Secondo me continueranno a farlo gli extra comunitari che rimangono nella Piana.

 
D. – Nella stessa modalità?

 
R. – Mi auguro di no, mi auguro che questo cambi qualcosa.

 
D. – A partire da chi?

 
R. – A partire dalle autorità locali, regionali, nazionali, perché questa situazione così come esisteva, bene o male la si conosceva da parecchio tempo.

Nel pomeriggio è prevista a Rosarno una manifestazione dei cittadini contro l'immagine di una città razzista, veicolata tra l’altro, si dice, dai mass-media nazionali e da qualche esponente della politica. Intanto il ministro dell’Interno Roberto Maroni sostiene che bisogna fermare il lavoro nero. Secondo Leonardo Sacco, delegato nazionale per l’immigrazione, delle Misericordie d’Italia la maggioranza degli immigrati possedeva un permesso di soggiorno. Fabio Colagrande lo raggiunto telefonicamente a Crotone:RealAudioMP3

R. – Secondo me non c’è stato un ambito di tolleranza tra la popolazione locale e gli ospiti di quella zona.

 
D. – E perché è successo questo?

 
R. – Questo può succedere per vari motivi. Forse perché durante gli anni questa cosa non è stata gestita bene e quindi poi si è arrivati ad un punto di non ritorno.

 
D. – Ho capito. In altre zone della Calabria, però, ci sono esempi di integrazione sia dal punto di vista sociale e culturale sia lavorativo che sono esempi positivi...

 
R. – In molte zone della Calabria, ed anche qui nel nostro territorio, a Crotone, ci sono esempi di immigrati che si sono integrati radicalmente nel territorio, anche con le loro famiglie.

 
D. – Ovviamente lo ha ribadito anche il Papa nel suo appello a favore degli immigrati, però la violenza non deve essere mai per nessuno la via per risolvere una difficoltà. Quindi, sicuramente la reazione avuta da questi immigrati lavoratori è una reazione da condannare sotto tutti i punti di vista...

 
R. – La reazione è da condannare senz’altro, anche alcuni atteggiamenti della popolazione sono senz’altro da condannare, perché comunque va rispettata la persona umana, come ha detto giustamente il Pontefice, ma soprattutto va rispettata la legalità, perché in questo territorio c’è bisogno di legalità e la legalità deve essere rispettata.

 
D. – Lei sa che c’è un’indagine in corso circa le responsabilità della criminalità organizzata. Come commenta questa indagine?

 
R. – Speriamo che le autorità verifichino questa cosa e se la criminalità c’entra qualcosa, le Misericordie si costituiranno parte civile in eventuali procedimenti giudiziari.(Montaggio a cura di Maria Brigini)







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