2010-01-11 16:48:02

Nuovo attacco anticristiano in Malaysia. I vescovi: disinnescare l'integralismo


Nuovo attacco contro i cristiani in Malaysia, dove sono ben 9 in quattro giorni, gli edifici religiosi assaltati. Oggi è stato colpito con una bomba incendiaria il tempio del Borneo Sidang Injil, nello Stato centrale di Negri Sembilan, mentre ieri altri quattro tra luoghi di culto ed istituti sono finiti nel mirino dei fondamentalisti. L’ondata di atti vandalici, partita venerdì scorso, sarebbe originata dalla diatriba sulla parola Allah, dopo che l’Alta Corte della Malaysia il 31 dicembre scorso ne ha autorizzato l’uso sul settimanale cattolico “The Herald”. La Chiesa malaysiana – affermano i vescovi della Conferenza episcopale di Malaysia, Singapore e Brunei, che hanno aperto oggi a Johor, nella penisola di Malacca (Malaysia meridionale), i lavori della loro assemblea - “è preoccupata e non si aspettava che, alla questione dell’uso del termine Allah, seguisse una reazione di tal genere, con attacchi contro chiese ed edifici cristiani. Urge lavorare per il dialogo e l’armonia sociale, disinnescando la conflittualità che gruppi fondamentalisti vogliono accendere nella nazione”. L’assemblea dei vescovi era già fissata da tempo e aveva all’ordine del giorno temi e argomenti di carattere prettamente pastorale. Gli ultimi eventi verificatisi in Malaysia hanno imposto un cambiamento di agenda e i presuli stanno quindi esaminando la situazione, che viene definita “preoccupante e delicata”. Come comunicato all’agenzia Fides, i vescovi, nel corso del dibattito della prima giornata dei lavori, hanno sottolineato che “sono in corso, e si susseguiranno nei prossimi giorni, incontri con le autorità civili e colloqui con i leader musulmani. Occorre infatti agire in sintonia e cercare la necessaria collaborazione del governo e delle alte autorità religiose per ristabilire un clima pacifico alla società malaysiana”. Anche perché questi episodi stanno “sporcando” la fama dell’islam malaysiano, noto per la sua moderazione e per la convivenza pacifica con le altre religioni. Tanto che gruppi di musulmani moderati hanno organizzato turni di sorveglianza presso le chiese per evitare il ripetersi di episodi di violenza. Alla riunione partecipa anche mons. Salvatore Pennacchio, delegato apostolico in Malaysia, Singapore e Brunei, il quale ha espresso solidarietà e vicinanza della Santa Sede alla Chiesa malaysiana, ribadendo la necessità di “agire per il dialogo e la pace nel paese”, in accordo con le autorità civili. Il presidente della Conferenza episcopale, mons. Murphy Pakiam, arcivescovo di Kuala Lumpur, aveva detto sempre all’agenzia Fides di temere nuovi attacchi per la giornata di domenica 10 gennaio, quando le chiese sarebbero state gremite di fedeli. I suoi timori si sono rivelati fondati visti gli episodi di violenza di queste ore. Il propagarsi della violenza, pur contenuta in atti che non hanno causato vittime, ha messo in allarme i vescovi: i cristiani, hanno detto, “si impegneranno e faranno il possibile per mantenere la calma, per non rispondere alle provocazioni, e pregheranno per evitare una pericolosa escalation della violenza”.







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