2010-01-11 16:36:35

Messico: i vescovi uniti in difesa della famiglia e del matrimonio


Città del Messico è diventata la prima città dell'America Latina a legalizzare i matrimoni omosessuali. La legislazione approvata la vigilia di Natale va ben oltre quella del 2006, che consentiva le unioni civili tra coppie dello stesso sesso, concedendo a queste ultime gli stessi benefici finanziari concessi alle coppie eterosessuali. Con il voto favorevole del parlamento, le coppie omosessuali avranno anche la possibilità di adottare dei bambini. Dinanzi al dibattito che si è acceso in Messico sulla parificazione delle unioni omosessuali al matrimonio, la Conferenza episcopale messicana ha fatto sentire la sua voce in difesa del vero matrimonio, tra un uomo e una donna. Il Segretario generale dell'episcopato, Mons. Victor Rene Rodriguez, ha detto che i vescovi esprimono il loro sostegno all'arcivescovo di Mexico, il cardinale Norberto Rivera, e a “qualsiasi iniziativa che l'arcidiocesi di Mexico intraprenderà in relazione a questo argomento, causa di polemiche nella società e all'interno della famiglia”. L'istituzione della famiglia è infatti responsabile della procreazione e di presentare ai bambini un padre e una madre, come riferimento per la loro educazione ed il loro sviluppo come persone. In questo senso, i vescovi di diversi stati messicani hanno espresso la loro solidarietà al cardinale Rivera Carrera, per essersi espresso in difesa dei principi della famiglia e dei diritti dei minori. L'arcivescovo di Guadalajara, Cardinale Juan Sandoval Iñiguez, ha detto che l'approvazione delle unioni omosessuali è deplorevole. Riguardo alla possibilità di adottare bambini, ha sottolineato che “è la cosa più assurda, perché compromette gravemente il bambino adottato, in quanto distorce totalmente la sua capacità di identità.” L’arcidiocesi di Mexico ha denunciato pubblicamente le violente critiche ricevute da diversi settori anti-cattolici per avere difeso la famiglia: “gli insulti e le accuse contro la Chiesa cattolica e i suoi ministri si sono moltiplicate in questi giorni, non solo nelle espressioni di alcuni politici del Distretto federale, ma anche fra molti analisti e commentatori dei media, che hanno espresso il grado di intolleranza a cui siamo arrivati in Messico.” (R.P.)







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