2010-01-11 15:30:14

Il patriarca Twal: i drammi della Terra Santa, l'assenza di pace e l'esodo dei cristiani


Nel giorno in cui Benedetto XVI, parlando al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ha riproposto la situazione dei cristiani in Medio Oriente che, “colpiti in varie maniere, fin nell’esercizio della loro libertà religiosa, lasciano la terra dei loro padri”, e richiamato ancora una volta al dialogo israeliani e palestinesi, da Gerusalemme si è levata forte la voce del patriarca latino, Fouad Twal. Ce ne parla Daniele Rocchi, inviato in Terra Santa dell'Agenzia Sir: RealAudioMP3
Aprendo ufficialmente i lavori del X incontro del Coordinamento dei vescovi Usa e Ue per la Terra Santa, in corso proprio a Gerusalemme, Twal ha ricordato: “due sono i drammi che ci fanno soffrire maggiormente: l’assenza di pace e l’emigrazione dei cristiani”. “La pace non arriva nonostante gli sforzi, le promesse, le visite fatte da tante istituzioni e leader internazionali - ha spiegato il patriarca. In questi giorni si parla di un’altra iniziativa americana. Accetteremo qualunque proposta purché sia rispettosa del diritto e della dignità umana”. Altro “dramma” segnalato dal patriarca è “l’emigrazione dei cristiani”. “Non vogliamo aiuti - ha affermato - ma la corresponsabilità delle Chiese del mondo verso quella madre di Gerusalemme. Dal futuro di questa città dipenderà quello dell’intero Medio Oriente. Siamo stanchi - ha concluso - non vogliamo più spargimento di sangue, odio e violenza ma pace e riconciliazione”. Da segnalare, anche, che il patriarca Twal accompagnerà Benedetto XVI nella sua visita alla Sinagoga di Roma, domenica 17 gennaio. I lavori della mattinata sono poi proseguiti con l’intervento del nunzio apostolico, mons. Antonio Franco, che ha fatto il punto sui colloqui tra Santa Sede e Israele circa “il lavoro su un accordo legato all’art.10, paragrafo 2, dell’Accordo Fondamentale”. “Dopo l’ultima plenaria, nella prima riunione di lavoro della Commissione bilaterale permanente - ha affermato mons. Franco - abbiamo elaborato una lista di argomenti sulle questioni fiscali. Ciascuna delegazione si è impegnata a presentare i testi che vorrebbe venissero introdotti. Sono stati chiariti degli equivoci che non ci avevano permesso di lavorare al meglio. Adesso su queste proposte concrete dovremo discutere, sperando di arrivare alla prossima plenaria del 27 maggio 2010, in Vaticano, con dei progressi. Sul futuro il nunzio si è detto “più realista che ottimista”. Nella sua relazione, il nunzio ha poi ribadito che la Chiesa “non vuole privilegi, ma poter vivere e proseguire la sua missione qui in Israele”. In ballo, come è noto, ci sono le esenzioni fiscali, il finanziamento statale a scuole e ospedali cattolici che servono anche la popolazione israeliana e alcune proprietà ecclesiastiche, come il Cenacolo. Su questo punto il nunzio ha dichiarato che “stiamo trattando ma ancora non siamo arrivati a capire bene le posizioni che speriamo possano essere chiarite in futuro quando tratteremo specificatamente anche di altre proprietà della Chiesa prese da entità statali”. “E’ un lavoro importante in cui la fiducia reciproca - ha concluso - non esistono agende segrete che portiamo avanti. Siamo fiduciosi che le cose possano finire bene. Non negoziamo per proteggerci contro qualcuno ma vogliamo costruire insieme alcune cose”. I lavori del Coordinamento proseguiranno nel pomeriggio con sessioni relative ai visti di ingresso e alla descrizione del progetto Kairos mirante alla soluzione del conflitto israelo-palestinese.







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