Aperto a Berlino l'Anno internazionale della Biodiversità
Si è aperto ufficialmente oggi a Berlino “l’Anno internazionale della Biodiversità”
proclamato dalle Nazioni Unite. Tavole rotonde, convegni ed altre iniziative porranno
l’accento sulla necessità di salvaguardare la varietà biologica e di promuovere
l’adozione di pratiche sostenibili nella gestione delle risorse. Secondo stime recenti,
sarebbero a rischio circa 34 mila specie vegetali e 5.200 animali. Il 45% dell’originaria
superficie forestale della terra può ormai considerarsi perduta. Massimiliano Menichetti
ha raccolto il commento di Andrea Masullo presidente del comitato scientifico
dell’associazione per la salvaguardia del creato, Greenaccord.
R. – La biodiversità
rappresenta la capacità di futuro della vita sul pianeta. E’ grazie alla biodiversità
che la vita è riuscita in quattro miliardi di anni e mezzo del nostro pianeta a svilupparsi
e, soprattutto, ad adattarsi ai grandi cambiamenti che ci sono stati nella storia
del nostro pianeta. Oggi stiamo vivendo un cambiamento estremamente rapido come la
crisi climatica e quindi, a maggior ragione, è grave questa perdita di biodiversità.
C’è bisogno, nei prossimi decenni, di una grande capacità di adattamento ai cambiamenti
del clima. Stiamo perdendo proprio questa capacità. D. – Esiste però già
un tasso di estinzione e selezione in natura? R. – E' il modo
della natura di rinnovarsi. L’ultima estinzione di massa in cui si sono persi tre
quarti delle specie sul pianeta è stata però 65 milioni di anni fa, quando si sono
estinti i dinosauri e i grandi rettili. Si è avuta l’affermazione dei mammiferi. Ma
qui si tratta di fenomeni che stanno procedendo per l’azione dell’uomo molto più rapidamente.
Si parla di una velocità di estinzione che nel passato millennio è stata cinquecento
volte superiore a quella storica del pianeta. Adesso già siamo intorno alle mille
volte e si suppone che, andando avanti così, presto si arriverà ad una velocità diecimila
volte superiore alla naturale velocità di estinzione. D. – Come
l’uomo accelera così velocemente questo processo? R. – Sicuramente
con un uso eccessivo delle risorse naturali, la distruzione di ecosistemi, l’antropizzazione
di sempre maggiori aree con strade, infrastrutture, che pure sono necessarie per una
popolazione umana in aumento. Questo sicuramente crea una pressione forte, una frammentazione
del territorio e quindi la difficoltà anche di sopravvivenza delle specie, di rinnovamento
degli ecosistemi. Su tutto ciò si innesta il fenomeno dei cambiamenti climatici che
renderà ancora più estreme queste difficoltà. D. - Che cosa
ci si attende da questo anno internazionale della biodiversità? R.
– Ci si attendono decisioni operative efficaci, un cambiamento radicale nelle politiche
economiche che non devono essere più politiche di sfruttamento per ottenere un beneficio
esclusivo immediato e senza pensare alle conseguenze future. Noi siamo abituati a
misurare il benessere in termini economici e dimentichiamo spesso che il valore economico
è un valore astratto. In realtà rappresenta la trasformazione di risorse naturali.
Quindi il benessere dipende dalla disponibilità di risorse naturali e dal modo in
cui queste risorse vengono utilizzate perché gli si consenta di rinnovarsi e di poter
essere sempre disponibili anche nel futuro.