Ancora violenze anticristiane in Egitto e Malaysia. Attaccata anche una chiesa
in Algeria
Non cala la tensione in Egitto, dopo le violenze anticristiane di questi ultimi giorni.
Ora il governo condanna “l’abominevole attacco” della notte di Natale a Nagaa Hamadi
e promette pene esemplari per i tre musulmani arrestati, ma continua a negare il movente
confessionale. Ieri sera, vi è stata una nuova ondata di scontri, in un villaggio
vicino a quello della strage, Baghorah, con incendi appiccati a case e negozi. Una
donna copta è rimasta uccisa e si contano anche sei feriti. Una commissione di inchiesta
è stata inviata a Nagaa Hamady dal Consiglio Nazionale per i diritti umani presieduto
da Boutros Boutros-Ghali. Centinaia di persone hanno partecipato ieri a una manifestazione
promossa nella capitale egiziana dal Comitato nazionale di lotta contro la violenza
confessionale. I manifestanti hanno anche chiesto le dimissioni del governatore e
del direttore delle forze di sicurezza del distretto di Qena in cui si trova Nagaa
Hamadi. Mohamed Sayyed Tantawi, grande imam della moschea di Al-Azhar al Cairo, aveva
in precedenza rivolto ai fedeli un invito alla calma e all'unità. Anche in Malaysia
proseguono, purtroppo, gli attacchi contro la minoranza cristiana, dopo che un tribunale
le ha prima riconosciuto e poi revocato il diritto di usare la parola Allah per riferirsi
a Dio. A Taiping, 300 chilometri a nord della capitale Kuala Lumpur, una bomba molotov
è stata lanciata all'interno della scuola del convento cattolico di San Luigi, ma
non è esplosa. Altre molotov sono state lanciate contro la chiesa anglicana di Ognissanti,
poche ore prima delle messe domenicali. Nei giorni scorsi erano state attaccate altre
quattro chiese. Gli attacchi mettono a rischio il piano del premier Najib Razak di
ottenere il sostegno delle componenti non musulmane del Paese del sud-est asiatico
(i cristiani sono quasi il 10% della popolazione) in vista delle elezioni del 2013.
Da ultimo, si registrano violenze contro i cristiani anche in Algeria, dove, ieri
notte, i locali della chiesa protestante “Tafat” della cittadina di Tizi Ouzou sono
stati presi d'assalto e incendiati da un gruppo di abitanti del quartiere tra cui
alcuni integralisti islamici. Secondo quanto dichiarato alle agenzie da uno dei membri
della comunità religiosa di Tizi Ouzou, il capoluogo della Cabilia, durante tutta
la giornata di ieri si è registrata molta tensione. "Un gruppo di 'barbuti' (come
vengono chiamati gli integralisti islamici dalla popolazione locale) ha impedito ai
fedeli di partecipare alla funzione del sabato”. “Dopo aver saccheggiato i locali
della chiesa”, ha precisato la stessa fonte “in serata hanno appiccato il fuoco”.
Nella regione berbera è presente una delle più importanti comunità protestanti dell'Algeria
composta da circa un migliaio di fedeli. (A cura di Virginia Volpe)